Borsellino, documenti inediti su via D'Amelio: "Quella borsa la prendiamo noi"
Al centro ancora il mistero dell’agenda rossa
Nuovi documenti e testimonianze su via D'Amelio e la "borsa" consegnata a un carabiniere
Novità sulla strage di via D'Amelio a distanza di oltre 30 anni. Racconta oggi il Fatto Quotidiano: "C’è un capitano dei carabinieri che regge in mano la valigetta di Paolo Borsellino: si trova alla fine di via D’Amelio, quando s’imbatte in un ispettore di Polizia. Che lo blocca e gli intima di consegnargli la borsa: sul luogo della strage, dice, sono arrivati prima loro e dunque la competenza delle indagini non è dell’Arma. Il capitano non ha nulla da obiettare: cede la borsa a un collega di quel poliziotto, che la ripone su un’auto di servizio".
Come spiega il Fatto Quotidiano, "è questa la scena che la Procura di Caltanissetta ritiene di aver ricostruito sullo scenario infernale della strage di via D’Amelio. Un’istantanea composta dai ricordi frastagliati di tre poliziotti, ascoltati tra il 2019 e il novembre del 2023: racconti sbiaditi, in alcuni passaggi monchi, anche a causa del lungo tempo trascorso, che però vengono considerati credibili da parte degli investigatori". Tutto all'interno dei nuovi verbali che il pm Maurizio Bonaccorso ha depositato agli atti del processo d’Appello sul depistaggio, attingendo dal materiale recuperato dall’ufficio inquirente nisseno.
Secondo le testimonianze, il soggetto che chiese la borsa era un carabiniere, ma si tratta di una "sensazione" non di una certezza. “Per quanto concerne la circostanza da me già riferita inerente il carabiniere con la placca che si avvicinava al capannello di noi personale di polizia portando la borsa di Borsellino in mano e che vidi e sentii interloquire con Lo Presti, confermo che quest’ultimo mi fece consegnare dal militare la borsa per poggiarla dentro la macchina di Maggi”, dice l'agente Armando Infantino come si legge su Il Fatto Quotidiano.
“Mentre mi trovavo in via D’Amelio un mio superiore, di cui non saprei dare indicazioni, mi consegnò una borsa di pelle che presentava delle bruciature, dicendomi di andare a posarla all’interno dell’auto, parcheggiata all’inizio di via D’Amelio. Ricordo che fuori dall’auto vi era il collega Maggi”, dice Infantino. Sempre su Il Fatto Quotidiano, ancora più dettagliato il racconto di Manzella, che nel maggio 2019 racconta: “Vidi l’ispettore Lo Presti discutere con un ufficiale dei carabinieri in borghese, che aveva in mano una borsa di pelle marrone”.