Bozzoli in fuga, nessuno ordinò di controllarlo prima di ricevere l'ergastolo

Le forze dell'ordine non hanno ricevuto incarichi per il monitoraggio. La falla del sistema giudiziario e di sicurezza in Italia

Di Redazione Cronache
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Bozzoli in fuga, il ministro Nordio potrebbe mandare gli ispettori in Procura

Giacomo Bozzoli, l’uomo che uccise lo zio buttandolo nella fornace della sua fonderia la sera dell'8 ottobre 2015 è ufficialmente un latitante. Per il 39enne è scattata la condanna definitiva all'ergastolo, ma di lui da ormai dieci giorni non c'è più traccia, fuggito all'estero con la famiglia. Una fuga quella di Bozzoli - riporta Il Corriere della Sera - forse preparata nel corso degli anni, in previsione di una sentenza definitiva che lo avrebbe portato in carcere. Bozzoli non poteva pensare che avrebbe potuto contare anche sul fatto che prima della decisione dei giudici della Cassazione — il primo luglio scorso, confermato l’ergastolo nei suoi confronti per l’omicidio dello zio Mario nel 2015 — non ci sarebbe stata alcuna prescrizione relativa al controllo dell’imputato e neanche misure cautelari, anche solo l’obbligo di dimora o quello di firma.

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Una falla insomma, con polizia e carabinieri, - prosegue Il Corriere - che non hanno ricevuto alcun incarico ufficiale di controllare — come spesso viene deciso per impedire la fuga di persone condannate in via definitiva per gravi reati. Non è scattata alcuna allerta, non è stata presa alcuna misura preventiva. E così Matteo Salvini, il leader della Lega, polemicamente sottolinea: "Mentre un governatore è agli arresti domiciliari senza alcuna condanna (Toti, ndr), un ergastolano è in fuga da giorni perché nessuno si era preoccupato di trattenerlo, nonostante la condanna per aver ucciso lo zio gettandolo in un forno. Il mondo al contrario". Il ministro della Giustizia Carlo Nordio potrebbe aprire un’inchiesta interna e inviare gli ispettori per verificare se ci siano state mancanze da parte dei giudici.

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