Brandizzo, il tecnico salvo: "Abbagliato dai fari mi sono lanciato nel buio"

Tutte ancora da chiarire le cause del tragico incidente costato la vita a cinque persone. L'ipotesi del cantiere non autorizzato

Di Redazione Cronache
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Tragedia di Brandizzo, il rimpallo di responsabilità e i racconti choc dei sopravvissuti

Le cause della tragedia di Brandizzo nel Torinese sono ancora un mistero, le ipotesi sul campo sono diverse: dall'errore di comunicazione al blackout, fino al cantiere non autorizzato. La triste certezza è che sono morti cinque operai travolti da un treno che viaggiava a 160 km/h. "Ho visto la morte in faccia. Il treno non l’ho neanche sentito arrivare. Ho alzato lo sguardo e sono stato abbagliato dalle luci del convoglio". È racchiusa in una frazione di secondo la storia di Andrea Girardin Gibin, il 50enne di Borgo Vercelli caposquadra della Sigifer. "Mi sono lanciato in avanti, sul secondo binario. Lo spostamento d’aria provocato dal treno - racconta al Corriere della Sera - mi ha buttato a terra".

A pochi passi, sul marciapiede della stazione, c’era Antonio Massa, 45 anni, tecnico manutentore di Rfi. Stava compilando una relazione di servizio: "Non mi sono accorto di nulla, il treno non l’ho visto arrivare". Eccoli i primi frammenti di ricordi di Andrea e Antonio, i due sopravvissuti alla strage di Brandizzo. Adesso gli inquirenti cercano di risalire ai responsabili di questo drammatico incidente.

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Chi ha sbagliato? Rfi - prosegue Il Corriere - fa sapere che i lavori sui binari "sarebbero dovuti iniziare soltanto dopo il passaggio di quel treno". Sempre secondo le primissime ricostruzioni sembrerebbe esclusa la responsabilità dei macchinisti che, dicono fonti investigative, non hanno trovato alcun semaforo rosso a sbarrar loro la strada e andavano a velocità regolare, cioè a 100 chilometri orari in un tratto dove è consentito arrivare fino a 160. Secondo quanto riporta Repubblica, la certificazione relativa alla sicurezza sul lavoro mostrata sul sito dell’azienda Sigifer è scaduta lo scorso 27 luglio. Una prima certificazione ‘UNI ISO 45001:2018’ è la numero 29442 ed è stata rilasciata da una società appartenente alla Cisq, e ha una ultima emissione il 28 luglio del 2020 e una scadenza il 27 luglio 2023. Poi è presente un secondo certificato, dal numero IT-119334, che ha le stesse date di ultima emissione e di scadenza.

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