Caivano, inferno pedofilia: sei bimbi violentati in tre anni. Orchi e omertà

Condannati quattro uomini catturati tra il 2016 e il 2018. L’ex procuratore Greco: “Fenomeno diffusissimo”. Per le cuginette i maggiorenni indagati sono due

Di Redazione Cronache
Parco di Caivano
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Caivano, l'intervento del governo Meloni e la "bonifica" dell'area. Anni di silenzi e abusi

Il caso dello stupro di Caivano di due ragazzine, che arriva solo un giorno dopo quello di Palermo in cui sette ragazzi hanno abusato di una adolescente, ha fatto accendere i fari del governo su una vicenda drammatica. Giorgia Meloni ha annunciato la propria intenzione di andare a Caivano dopo l’invito rivoltole da don Maurizio Patriciello. L’intenzione del governo, ha spiegato il capo del governo in Consiglio dei ministri, è quella di "bonificare l’area" teatro degli abusi sulle due cuginette. "Il centro sportivo Delphinia Club deve essere ripristinato e reso funzionante il prima possibile", ha detto Meloni. "Ringrazio la presidente del Consiglio che ha accolto il mio invito. Ha mostrato sensibilità", ha commentato don Patriciello.

Al governo si era appellata nel pomeriggio la famiglia di una delle due vittime che hanno denunciato lo stupro in branco nel quartiere popolare del Parco Verde per chiedere di riavere la piccola, che nel frattempo è stata affidata a una comunità, e chiedere di essere trasferita lontano da Caivano. C i sono - riporta Il Fatto Quotidiano - sei casi di pedofilia acclarati, e culminati in condanne, scoperti tra il 2016 e il 2018 a Caivano. Di questi, cinque avvennero nello stesso palazzo del parco Iacp, nei pressi del Parco Verde, dove viveva e fu uccisa, lanciata nel vuoto da una finestra, il 24 giugno 2014, la piccola Fortuna Loffredo.

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Aveva appena 6 anni, per la sua morte è stato condannato Raimondo Caputo, convivente della mamma di una amichetta di Fortuna, Marianna Fabozzi, a sua volta condannata per concorso in violenza sessuale sulla più piccola delle sue tre bambine, anche loro violentate da Caputo. Ci fu un’indagine anche sulla morte di suo figlio, Antonio Giglio, precipitato in circostanze simili a quelle di Fortuna, ma il processo si è concluso con le assoluzioni. Il procuratore di Avellino, Domenico Airoma, fu uno dei pm che indagò sull’omicidio di Fortuna. Al Fatto dice: "Sarò a Caivano per partecipare a una messa, voglio stare vicino a quella comunità. Ricordo bene l'omertà che attraversò le nostre indagini".

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