Calabria, il crollo del viadotto era atteso: "Ci siamo fidati dei tecnici..."
Intervista a Pirillo, sindaco di Longobucco: “Molti abitanti del luogo dichiaravano che quando il fiume Trionto va in piena porta tutto dietro"
Crollo viadotto Calabria, era un azzardo fare un’opera di questo tipo. Eppure si è fatta
Costruire sempre, anche lungo il letto del fiume, come nelle migliori fiabe italiche.
“L'avia ditt'ji, minkia!" (l’avevo detto io!), esclama un ragazzo calabrese mentre qualcuno riprende il ponte della Sila-Mare crollare. Come per un’esplosione inesorabilmente attesa, la voce è vagamente divertita. “Perché qui un dramma si trasforma in barzelletta”, racconta ad Affaritaliani Francesco, abitante della zona, amareggiato: “Sapevamo che prima o poi sarebbe crollato. Ci poteva essere una strage, evitata per coincidenze”.
Quel tratto è stato interdetto al transito poche ore prima del crollo, a causa del cedimento parziale di un muro di contenimento che ha messo in allerta il personale Anas che gestisce la strada.
In realtà tra le persone c’è molta paura. La Sila-Mare, viadotto in costruzione dagli anni '90 che collega Longobucco (Cosenza), piccolo comune di quasi 2900 abitanti a 780 metri di altezza con i comuni marini, è anche costata diversi milioni di euro. Dalle immagini si vede che è costruito lungo il fiume. I piloni non collegano le sponde del torrente, cioè non sono fuori da esso ma appaiono dentro.
Non convinti, abbiamo chiamato il sindaco di Longobucco, Giovanni Pirillo.
Sindaco, ho capito bene? Il viadotto è stato costruito sul letto di un fiume?
“Eh.. Sì! Sì!”, con voce sconsolata, “ha ceduto sul letto del fiume”.
Mi può spiegare meglio? Non abbiamo capito il senso di un intervento del genere. Come nasce?
“La strada è stata progettata su ordine della comunità montana, finita quasi nove anni fa quando è stata inaugurata”.
Ma l’opera è stata contestata da qualcuno? Perché costruire sul letto di un fiume implica...
“Non è mai stato contestato il progetto ma io non sono un tecnico… però mi sono fidato di quello che dicevano i progettisti”.
Come è possibile che nessuno, delle associazioni o dei cittadini, abbia sollevato qualche dubbio?
“C’è stata qualche segnalazione di qualche privato. Erano cittadini che contestavano perché conoscevano il territorio e la portata del fiume Trionto. Molti abitanti del luogo dichiaravano che quando il fiume Trionto va in piena porta tutto appresso”.
Questo è successo già nella storia del fiume? Cioè si aveva anche memoria storica di questi eventi?
“Sì, questo lo raccontavano...”
E quindi era un azzardo...
“Sì”.
Fare un’opera di questo tipo?
“Sì”.
Lei ha cognizione di quanto può essere anche costata questa opera?
“Penso fino ad oggi, parlando di vecchie lire, qualche miliardo”.
Il sindaco poi ci spiega la pericolosità delle altre strade della zona, il disastro in cui versa quest’area, con quelle interne che si spopolano in modo radicale, il comune che originariamente aveva 6-7000 abitanti, la chiusura delle scuole, il comune senza guardia medica, il primo pronto soccorso a un’ora di viaggio.
“Nel 2009 abbiamo avuto già un’avvisaglia. Il fiume era andato un’altra volta in piena e aveva portato via qualche pezzo di strada e come comunità montana pare che per danni siano arrivati quasi cinque milioni di euro”.
Come è possibile non siano stati presi provvedimenti tali da evitare una cosa del genere? Perché sul letto di un fiume non si costruisce...
“Io sono medico, non sono un ingegnere o un architetto, quindi mi sono fidato di quello che dicevano i tecnici. Secondo loro il percorso era in sicurezza ma così non si è dimostrato”.
Mi ha sorpreso la visione dei piloni nel letto del fiume e vederli così inondati...
Perillo: “Ci siamo fidati dei tecnici… anche le altre due strade che portano a questa sono costruite sull’alveo del fiume. Non è mai successo niente lì. Essendo una zona sottoposta a dissesto idrogeologico possono capitare queste cose. Ma non doveva capitare”.
Però il 3 aprile, un mese fa, il sindaco allarmato ha mandato una lettera alla Protezione Civile della Regione Calabria, chiedendo un tavolo urgente per le esondazioni lungo il fiume.
“Gli affluenti al fiume Trionto”, scrive preoccupato il primo cittadino di Longobucco, “da troppo tempo non sono sottoposti ad alcuna manutenzione, mentre necessiterebbero di una cura periodica e continuativa per evitare le inondazioni che purtroppo stanno diventando una triste ricorrenza. Sono necessari interventi urgenti per ridurre il rischio idrogeologico… al fine di risolvere definitivamente la difficile situazione”.
Dopo aver visionato il documento richiamiamo il comune. Ci dicono che non è arrivata risposta.
La Procura della Repubblica di Castrovillari ha aperto un’inchiesta per capire quanto è accaduto.