Cambio di sesso per gli adolescenti. "Trovate criticità al Careggi"

Completata la relazione del ministero della Salute sull'ospedale che cura i pazienti con disforia di genere con un farmaco che interrompe lo sviluppo sessuale

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Cronache

Disforia di genere, la relazione: "Criticità sul farmaco che interrompe lo sviluppo sessuale e sulla mancanza di accompagnamento psichiatrico"

Diventa un caso politico il trattamento della disforia di genere, il disagio per un'incongruenza tra l'identità di genere e il sesso assegnato alla nascita, all'ospedale Careggi di Firenze. La commissione ispettiva del ministero della Salute ha riscontrato "elementi di criticità molto significativi nell'ambito del percorso di presa in carico e gestione" dei pazienti in età evolutiva nel nosocomio universitario fiorentino, "anche per quanto concerne l'utilizzo della terapia farmacologica con triptorelina".

Si tratta del farmaco che interrompe lo sviluppo sessuale degli adolescenti in attesa che da adulti possano decidere l'eventuale transizione all'altro genere. A darne notizia è lo stesso ministro Orazio Schillaci rispondendo all'interrogazione del senatore di FI, Maurizio Gasparri, che ha diffuso il testo. In un audit svoltosi il 23 e 24 gennaio presso il personale clinico e la direzione, la commissione ha ricevuto i documenti sugli 85 casi di disforia di genere trattati a Careggi negli ultimi anni.

In particolare tra le criticità rilevate ci sarebbe l'assenza di un accompagnamento psichiatrico, ritenuto obbligatorio, in alcuni dei percorsi terapeutici di Careggi. Inoltre viene lamentata la mancata trasmissione all'Aifa dei dati sulla somministrazione di triptorelina e carenze organizzative per il ruolo del neuropsichiatra infantile nella presa in carico e gestione del paziente. Di qui l'invito del ministero alla Regione a porre in essere "una serie di azioni correttive puntualmente individuate".

"A Careggi non si sono rispettate le regole", ha affermato Gasparri in una conferenza stampa a Firenze, "non si e' garantita l'adeguata assistenza neuropsichiatrica specializzata per l'infanzia a chi ha dovuto assumere questo farmaco che blocca la puberta'. La Regione ha sbagliato". Il consigliere regionale toscano di Forza Italia Marco Stella ha chiesto le dimissioni del'assessore regionale alla Salute, Simone Bezzini: "Il dramma vero e' che ci ha sempre detto che le cose andavano bene, che era stato seguito il protocollo".

Dal Pd e dalla Regione e' arrivata una dura replica per una strumentalizzazione del caso. "E' inquietante", hanno commentato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e l'assessore Bezzini, "che su una materia così delicata vengano anticipati alcuni contenuti, con modalità da campagna elettorale, relativamente a una relazione ispettiva che non è stata ancora consegnata alla Regione Toscana. Si tratta di un grave vulnus istituzionale. Quando la relazione ci verrà messa a disposizione faremo un approfondimento di merito e risponderemo al Ministero della Salute con lo spirito di leale collaborazione che da sempre ci contraddistingue".

Per il presidente di Pro Vita & Famiglia Onlus, Antonio Brandi, "è sconcertante pensare che minori incerti sulla loro identità possano essere stati avviati verso pesanti trattamenti ormonali, potenzialmente dannosi per la loro salute, senza una previa, adeguata indagine psichiatrica e psicologica sulle possibili cause di tale disagio".