Cammini di rinascita: dalla ferita del sisma al rilancio culturale dell’Appennino centrale
Castelli: “Dobbiamo recuperare e valorizzare il nostro patrimonio per restituirlo alle comunità e renderlo fruibile ai visitatori”
Con il sostegno delle comunità, delle imprese e del Commissario Guido Castelli, l’Appennino ritrova la sua anima attraverso arte, spiritualità e sostenibilità
Di fronte alla distruzione, l’Appennino centrale ha scelto la strada della rinascita. Dopo il devastante sisma del 2016, il cuore montano dell’Italia sta ricostruendo non solo case e chiese, ma anche identità, comunità e speranza. Lo fa attraverso un percorso in cui cultura, turismo lento e coesione sociale si intrecciano in un cammino autentico e profondo, capace di trasformare la fragilità in forza.
A guidare questo processo è Guido Castelli, Commissario Straordinario alla Ricostruzione del sisma 2016, che in più occasioni ha sottolineato come il rilancio dell’Appennino non possa limitarsi al cemento e al mattone, ma debba comprendere la riconnessione del tessuto sociale ed economico lacerato dal terremoto. “La rigenerazione di un territorio”, afferma Castelli, “passa anche attraverso la cultura e la bellezza. Dobbiamo recuperare e valorizzare il nostro patrimonio per restituirlo alle comunità e renderlo fruibile ai visitatori”.
Un esempio emblematico arriva da Amatrice, simbolo del sisma, dove la chiesa di San Francesco tornerà a nuova vita grazie all’Art Bonus e al sostegno determinante di Intesa Sanpaolo, che finanzierà il restauro con oltre 6,6 milioni di euro. Un gesto che rappresenta molto più di un semplice recupero architettonico: è la riaccensione di un faro identitario per un’intera comunità.
Il progetto di ricostruzione e restauro della Chiesa di San Francesco ad Amatrice è stato selezionato tra i 15 finalisti nella categoria di riferimento del Concorso Nazionale Art Bonus 2025: un risultato straordinario che testimonia l’importanza e il valore culturale dell’iniziativa.
Domani, dalle ore 8:00 alle ore 20:00, il progetto sarà protagonista di un post dedicato sulle pagine Facebook e Instagram di Art Bonus, insieme agli altri finalisti. Tutti i “like” e i “cuori” ricevuti dal post verranno conteggiati come voti validi, sommati a quelli già espressi tramite il sito ufficiale di Art Bonus.
Questa agevolazione fiscale, introdotta nel 2014 per incentivare il mecenatismo culturale in Italia, consente a cittadini e imprese di ottenere un credito d’imposta pari al 65% delle erogazioni liberali in denaro effettuate a sostegno del patrimonio culturale pubblico, come interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, e per il sostegno dei soggetti che operano nel settore dello spettacolo
Ad Amatrice vive anche Il Nuovo Teatro Amatriciano, presieduto da Rinaldo che rappresenta un esempio virtuoso di come la cultura locale possa essere veicolo di identità e memoria. Attraverso il linguaggio del teatro, l’associazione valorizza le tradizioni del territorio, mantenendo vivo il legame con la storia e la comunità di Amatrice.
“Il Nuovo Teatro Amatriciano svolge, come molte altre associazioni presenti sul territorio, una duplice funzione: da un lato mantiene viva la tradizione, l’identità e la memoria attraverso il recupero del dialetto, delle usanze e dei luoghi; dall’altro rappresenta un importante collante sociale” afferma Rinaldo. “Quest’ultima funzione è diventata fondamentale dopo il terremoto: coinvolge innanzitutto la compagnia teatrale, composta da attori e tecnici di ogni età, dai preadolescenti ai pensionati, e si estende poi al pubblico, offrendo un’occasione preziosa per distrarsi dalle difficoltà quotidiane del post-sisma e da una normalità che appare ancora lontana”.
“Per quanto riguarda la conservazione della memoria, oltre alla valorizzazione del dialetto e delle tradizioni, dopo il terremoto è emersa anche un’esigenza nuova: raccontare i luoghi, le piazze e le attività che il sisma ha cancellato, e farli rivivere sul palcoscenico. In questo modo è possibile trasmettere alle nuove generazioni, che spesso non hanno conosciuto ciò che c’era prima, un frammento di quella realtà perduta, preservandone il ricordo e restituendole valore” conclude Rinaldo.
“Questa non è solo una ricostruzione materiale”, ha detto Castelli, “ma un atto d’amore per un luogo che ha pagato un prezzo altissimo. Amatrice deve tornare ad essere uno dei borghi più belli d’Italia, e lo farà anche attraverso i suoi simboli culturali e spirituali”.
Una grande storia di forza e resilienza è quella di Alexandra Filottei con le sue produzioni teatrali. La sua testimonianza è importante per capire che, oltre alla ricostruzione materiale, esiste quella delle comunità, fatte di persone e di anime.
Alexandra afferma infatti: “Credo che il teatro sia un’opportunità straordinaria per trasformare le nostre anime. Da sopravvissuta a nove ore sotto le macerie, in questi anni ho sentito il dovere morale di raccontare un’altra parte della tragedia di quella notte: la rinascita”.
“Nel mio spettacolo ‘9h SOTTO CASA’, racconto di quante persone, pompieri, soccorso alpino, volontari, medici, mettono a rischio la propria vita per salvare quella degli altri. Sono un’attrice a cui piace raccontare le storie della vita con ironia, e ciò che mi è accaduto non ha fatto eccezione. Io le storie le so raccontare solo a modo mio! In questa mia seconda vita, sento di dover restituire un grande “grazie” a tutte le persone che hanno contribuito alla mia rinascita”, conclude Alexandra.
Il progetto Cammini di Rinascita incarna questa filosofia: valorizzare l’Appennino attraverso esperienze immersive, lente, sostenibili. Cammini a piedi, spettacoli itineranti, scuole di regia e fondazioni culturali diventano strumenti di rigenerazione. Iniziative come lo spettacolo di Alexandra Filottei, il lavoro della scuola di regia di Antrodoco e il contributo della Fondazione Bocelli dimostrano come l’arte possa diventare volano di sviluppo e attrattività.
In questo contesto, il turismo lento si rivela strategico: favorisce la permanenza nei territori, incentiva le economie locali, restituisce valore ai borghi e ai sentieri dimenticati. E, soprattutto, offre a chi li attraversa l’opportunità di scoprire una bellezza autentica, lontana dai circuiti turistici di massa.
Il Laboratorio Appennino centrale, promosso dal Governo e supportato dal Ministro della Cultura Alessandro Giuli, punta a trasformare il cratere sismico in un modello di sviluppo fondato sulla sicurezza, sulla cultura e sulla sostenibilità. Lo ha sottolineato lo stesso Giuli alla Camera, affermando che la ricostruzione deve affrontare anche “il convitato di pietra dello spopolamento”, promuovendo iniziative in grado di trattenere e attrarre nuovi abitanti.
Grazie anche all’impegno congiunto di istituzioni pubbliche e attori privati, il patrimonio culturale danneggiato (oltre 5.000 edifici e 30.000 beni mobili) sta trovando nuova vita, con poli di restauro e conservazione innovativi a Camerino, Spoleto, L’Aquila e Rieti.
L’Appennino centrale non si arrende, cammina, lentamente, ma con passo deciso, verso una rinascita che parla di memoria, bellezza e futuro. Una rinascita in cui ogni passo, ogni restauro, ogni evento culturale è un gesto di cura verso la terra ferita e le persone che la abitano.