Campi Flegrei: le scosse di terremoto più violente nella storia

I Campi Flegrei tornano a spaventare Napoli. Le due grandi eruzioni 40mila e 15mila anni fa, la nascita di Monte Nuovo nel 1538, la grande paura del 1982-1984. E la nuova attività bradisismica iniziata nel 2005

di redazione
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Campi Flegrei: le scosse di terremoto più violente nella storia

I Campi Flegrei tornano a spaventare Napoli. Nella notte tra mercoledì 12 e giovedì 13 marzo una scossa di magnitudo 4.4 con epicentro a due chilometri di profondità in mare ha causato danni soprattutto nel capoluogo, nel quartiere di Bagnoli, dove si è registrato anche un ferito.

L'attenzione e l'allerta sono tornate alte negli ultimi anni per un intensificarsi dei fenomeni sismici nell'area. Ma le vicende dei Campi Flegrei, tra terremoti e eruzioni vulcaniche, affondano le radici molto più indietro nel tempo. Ecco la storia del campo vulcanico ed una cronistoria degli episodi più rilevanti degli ultimi anni.

La nascita dei Campi Flegrei e le grandi eruzioni 40mila e 15mila anni fa

L'attività dei Campi Flegrei è dominata da almeno due grandi eruzioni, che hanno modellato il territorio e dato origine alla caldera, un’enorme depressione formatasi a seguito del collasso della camera magmatica.

Il primo evento di rilevanza storica fu l’eruzione dell’Ignimbrite Campana, avvenuta circa 39mila-40mila anni fa, considerata la più violenta dell’area mediterranea negli ultimi 200mila anni. Durante questa eruzione vennero espulsi tra i 100 e i 150 km³ di materiale piroclastico, con un’onda di devastazione che ricoprì gran parte della Campania sotto spessi strati di tufo e proiettò ceneri fino in Bulgaria e Russia. L’intensa attività vulcanica provocò il primo sprofondamento della caldera, che venne successivamente invasa dal mare.

Un secondo evento di grande impatto si verificò 15mila anni fa con l’eruzione del Tufo Giallo Napoletano, che emise tra 20 e 30 km³ di magma e creò una seconda caldera più piccola all’interno della precedente. In seguito a queste due gigantesche eruzioni, il paesaggio dei Campi Flegrei continuò a mutare con oltre 60 eruzioni successive, perlopiù di tipo esplosivo, interrotte da lunghi periodi di quiescenza.

L’eruzione del 1538 e la nascita di Monte Nuovo

Dopo circa 3mila anni di inattività, nel 1538 i Campi Flegrei tornarono a eruttare con la formazione del Monte Nuovo, un cono di tufo alto 130 metri sorto in soli sei giorni vicino al lago d’Averno. L’evento fu preceduto da un sollevamento del suolo, fenomeno noto come bradisismo, che aveva già allarmato la popolazione locale. Nella notte tra il 28 e il 29 settembre, il terreno iniziò a spaccarsi, emettendo fumo e cenere. La terra tremò per otto giorni consecutivi, e le fontane di lava seppellirono intere località, tra cui il villaggio di Tripergole, che scomparve sotto il nuovo cono vulcanico. Fu l’ultima eruzione registrata nella caldera flegrea, ma non l’ultimo segnale della sua attività. Dopo questo evento, la caldera entrò in una fase di subsidenza, con il suolo che si abbassò progressivamente per i successivi quattro secoli, fino alla metà del Ventesimo secolo.

Il Novecento: crisi bradisismiche e terremoti. La grande paura del 1982-1984 a Pozzuoli

Nel corso del Ventesimo secolo, i Campi Flegrei mostrarono segni di rinnovata attività, con periodi alternati di sollevamento e abbassamento del suolo. In particolare, si verificarono due crisi bradisismiche di grande intensità: quella del 1969-1972 e quella del 1982-1984. Durante la prima crisi, il suolo si sollevò di 170 centimetri nel porto di Pozzuoli, accompagnato da scosse sismiche frequenti. Negli anni Ottanta il fenomeno fu ancora più significativo, con un innalzamento del terreno di circa 3 metri e oltre 10mila terremoti, molti dei quali avvertiti dalla popolazione.

La fase culminante della crisi del 1983-1984 fu segnata da eventi sismici di grande intensità. Il 4 settembre 1983, un terremoto di quinto grado della scala Mercalli fece scattare il panico a Pozzuoli, spingendo migliaia di persone a lasciare la città e a rifugiarsi in accampamenti di fortuna lungo la costa. Un mese dopo, il 4 ottobre 1983, un’altra scossa più forte, di magnitudo 4.0, colpì la zona nei pressi della Solfatara. Le frane e i crolli generati dal sisma bloccarono le vie di fuga e portarono alla decisione di evacuare 20mila abitanti dal centro storico di Pozzuoli.

La crisi proseguì fino alla primavera del 1984, con un nuovo sciame sismico nell’aprile di quell’anno, durante il quale vennero registrate 600 scosse in appena sei ore. Il governo, temendo un’eruzione imminente, predispose un piano di evacuazione, ma fortunatamente il fenomeno si attenuò progressivamente. A partire dal 1985, il suolo tornò ad abbassarsi lentamente, e il bradisismo entrò in una fase di quiescenza, che durò fino al 2005.

Il nuovo millennio: il ritorno del bradisismo e le scosse più recenti

Dopo un lungo periodo di stabilità, nel 2005 i Campi Flegrei hanno iniziato una nuova fase di sollevamento del suolo, che prosegue ancora oggi a una media di 15 millimetri al mese. Il fenomeno ha portato a un innalzamento complessivo di 115 centimetri nell’area del Rione Terra di Pozzuoli.

Negli ultimi vent’anni, l’aumento dell’attività sismica ha reso necessario l’innalzamento del livello di allerta al giallo (fase operativa di attenzione) nel 2012, per via delle variazioni nei parametri geofisici monitorati.

Tra il 2023 e il 2024, si sono registrati migliaia di terremoti con epicentri localizzati tra Pozzuoli, Solfatara, Pisciarelli e Agnano. Alcuni degli sciami sismici più significativi includono: il 18 agosto 2023 uno sciame con decine di scosse, la più forte di magnitudo 4.0. Nel 27 settembre 2023 un terremoto di magnitudo 4.2, il più intenso dal 1984. Il 20 maggio 2024 un nuovo sisma di magnitudo 4.4, il più forte degli ultimi 40 anni, assieme a quello del 12 marzo 2025.

Gli epicentri sono localizzati a profondità di 2-4 chilometri, una caratteristica che accomuna le attuali scosse alla crisi bradisismica del 1982-1984. Tuttavia, il sollevamento attuale, pur avendo superato un metro, è ancora inferiore rispetto ai 180 centrimetri raggiunti negli anni Ottanta. Ora il nuovo episodio nella notte del 12 marzo 2025. L’area continua ad essere considerata una delle più pericolose al mondo, con una caldera ancora attiva e in continua evoluzione. Sebbene un’eruzione non sia imminente, i fenomeni di bradisismo e sismicità continuano a rappresentare una minaccia concreta per la popolazione. Come dimostrano i continui episodi sismici.

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