Caos Procura Milano, la mail di Storari a Greco: "Quelle chat scagionano Eni"
La replica del capo del Tribunale: "Cento pagine illeggibili, lasciamo decidere i giudici". Bacchettate anche dalla vice Pedio
Caos Procura Milano, la mail di Storari a Greco: "Le chat scagionano Eni"
Guerra aperta ai vertici della Procura di Milano. Spuntano mail di fuoco tra il pm Paolo Storari e il suo capo Francesco Greco, sostenuto anche dalla sua vice Laura Pedio. Scrive Storari il 4 febbraio ai suoi capi. "Vi allego - si legge sul Corriere della Sera - una breve ulteriore memoria da dove emerge che Vincenzo Armanna» (coimputato-accusatore di Eni) «ha pagato 50 mila dollari a due testi del processo Eni Nigeria. Vi avevo già scritto il 18 gennaio e il 23 gennaio sollecitando di comunicare a De Pasquale (altro vice di Greco e pm di Eni-Nigeria, ndr), alle difese e al Tribunale questi fatti molto gravi, non possiamo consentire che la decisione del Tribunale, qualunque sia, si fondi su calunnie, testi pagati o documenti falsi. E tralascio eventuali profili non solo disciplinari".
La mai arrivatagli risposta - prosegue il Corriere - arriva, indiretta, ora che Greco ribatte al pm bresciano Francesco Prete: "Sono sicuro che, se andiamo a rastrellare il fondo del barile, troviamo tante cose da depositare in Tribunale, altrettante se rastrello per i corridoi della Procura... Il problema è che Storari aveva mandato 100 pagine illeggibili, non faceva capire cosa si doveva depositare...»: e peraltro per De Pasquale e Pedio non era processualmente spendibile il non ancora concluso esame del telefonino di Armanna, «da 3.000 le mail sono diventate 16.000». Pedio rincara la dose: Storari si deve fare persuaso che quel che pensa lui non è sempre la verità scesa in terra... Forse nelle sue esperienze precedenti(l’Antimafia con Ilda Boccassini, ndr) era stato abituato a dettare le regole".