Capotreno accoltellato, una collega: "Se un passeggero è violento, evitiamo di chiedere il biglietto. Autotuteliamoci"
Ma l'allarme è esteso a tutti: "Vedo gente che per un ritardo o un guasto si trasforma. Diventano aggressivi"
Capotreno accoltellato, lo sfogo dei colleghi: "Lavorare sui Regionali è diventato un incubo"
Torna l'incubo della violenza sui treni dopo il gravissimo episodio accaduto ieri nei pressi di Genova. Un capotreno è stato preso a pugni e calci e poi accoltellato per aver semplicemente chiesto di mostrare il biglietto ad un ragazzo di 21 anni egiziano. Per questo, come segno di solidarietà e per lanciare un allarme, è stato indetto uno sciopero generale dei treni di otto ore per oggi. Ma i colleghi del capotreno ferito, per fortuna senza gravi conseguenze, non parlano di un caso isolato, ma di violenza come routine soprattutto sui treni Regionali.
"Quando salgo su treni che servono determinati quartieri so già - dice Laura Andrei, dieci anni da capotreno, a La Repubblica - che potrò avere dei problemi. E li ho incontrati spesso: gente che non ha nulla da perdere, per la quale pochi euro in tasca o spesi in un biglietto fanno la differenza, oppure il branco che agisce per pura prepotenza, specie con le donne. E se ci aggiungi l’insofferenza della gente per un guasto o un ritardo, il quadro è completo".
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"Il primo consiglio che diamo - prosegue la ex capotreno e ora segretaria di Fit Cgil a La Repubblica - ai colleghi neo assunti è l’autotutela. Significa che con un po' di esperienza si capisce quando un passeggero può creare problemi e allora si evita di chiedere il biglietto.
Diciamo che si capiscono molte cose viaggiando in treno, dico i regionali, non l’alta velocità che è un mondo a parte. Ho visto persone trasformarsi per un ritardo, un guasto, per la richiesta del biglietto. Sui treni come sui bus. E non c’entra l’etnia o il colore della pelle. La violenza è frutto del disagio sociale. Io, come i colleghi, ho sempre saputo che se vado in periferia incontro il disagio che si può trasformare in aggressione".