Carcere, continua la strage: 13esimo suicidio di un detenuto a Imperia

Morto per impiccagione un sessantaseienne italiano, in attesa di primo giudizio per tentato femminicidio della moglie

Di Redazione Cronache
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Carcere, continua la strage: 13esimo suicidio di un detenuto dall'inizio dell'anno. La vittima si è tolta la vita impiccandosi nella cella

“E’ stato rinvenuto morto per impiccagione stamani nella sua cella del carcere di Imperia il 13esimo detenuto suicidatosi dall’inizio dell’anno. Si tratta di un sessantaseienne, italiano, originario di Villalba ma residente il Liguria, in attesa di primo giudizio per tentato femminicidio della moglie. A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria. Ormai il trend delle autosoppressioni è a livelli spaventosi, basti pensare che nel 2022, quando si raggiunse la cifra record di 84 suicidi, in tutto gennaio i detenuti che si tolsero la vita furono 7. Il mese non è ancora finito e il tragico dato è quasi raddoppiato”.

Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

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“Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che qualche giorno fa in Parlamento aveva paragonato i suicidi in carcere a una malattia da accettare, intervenendo durante le celebrazioni dell’inaugurazione dell’anno giudiziario ha parlato di ferita. Al Guardasigilli diciamo che le malattie si curano, o quantomeno se ne leniscono i sintomi, e le ferite si rimarginano, purché si sia in grado di somministrare la terapia adeguata. Dal Ministro della Giustizia ci aspettiamo l’indicazione di una strategia e delle soluzioni ‘cliniche’, per restare in metafora, e non la presa d’atto di un necroforo”, tuona ancora il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.

Violenze, aggressioni, privazioni, sofferenze d’ogni genere. In carcere non se ne può più e non basta ‘vedere’, bisogna capire, programmare e intervenire. Allo stato attuale a nostro parere non vi sono più neppure i presupposti giuridici per mantenere le attuali strutture penitenziarie che non assolvono nemmeno minimamente ad alcuna delle funzioni che sono a esse demandate dall’ordinamento. Noi la diagnosi l’abbiamo fatta e abbiamo anche individuata la terapia, il Ministro e il Governo, se vogliono, devono solo procurarla e somministrarla. Serve subito un decreto carceri per consentire cospicue assunzioni straordinarie, con procedure accelerate, alla sola Polizia penitenziaria mancano 18mila unità, e il deflazionamento della densità detentiva pure attraverso una gestione esclusivamente sanitaria dei detenuti malati di mente e percorsi alternativi per i tossicodipendenti.

Parallelamente, necessita una legge delega per la riforma complessiva del sistema d’esecuzione penale, la reingegnerizzazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e la riorganizzazione del Corpo di polizia penitenziaria. Non si può far finta di nulla difronte alla strage continua”, conclude De Fazio.

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