Caso Di Donna, a trattare per le mascherine anche Tedeschi: 007 dei Servizi
Il generale, capo gabinetto dell'Aise, era presente all'incontro incriminato con l'imprenditore Buini. Gli inquirenti vogliono capire perchè fosse anche lui lì
Di Donna, a trattare per le mascherine anche Tedeschi: 007 dei Servizi
Luca Di Donna, l'avvocato romano ex socio di Giuseppe Conte, indagato per associazione a delinquere e traffico d’influenze illecite non era solo nello studio dove si è svolta la trattativa per l'acquisto di mascherine. Con lui, a negoziare con l'imprenditore Buini, c'era un'altra figura di spessore, il capo gabinetto dell'Aise, Enrico Tedeschi. Gli inquirenti - si legge sul Corriere della Sera - intendono verificare anche la sua posizione. Perchè era presente a quell'incontro? Due le possibili versioni e contrastanti tra loro. Il 5 maggio 2020 si trovava nello studio di Di Donna (lo stesso del professor Guido Alpa, maestro dell’avvocato finito sotto inchiesta e di Giuseppe Conte, in quel momento presidente del Consiglio) in compagnia di un altro dirigente dell’Agenzia. Poco dopo arrivò l’imprenditore umbro Giovanni Buini, fornitore di mascherine in cerca di contatti per ottenere commesse dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri.
Nella testimonianza ai magistrati, - prosegue il Corriere - Tedeschi avrebbe riferito che era suo compito recuperare i dispositivi di protezione per l’Aise, e di essere andato da Di Donna sapendo che lì un’azienda avrebbe presentato la propria offerta; ma valutato troppo alto il prezzo richiesto, disse che non era interessato. . Buini fornisce però un’altra versione: «Di Donna spiegò che ero impegnato in quel settore, il generale commentò che era un periodo in cui molti avevano difficoltà a reperire le mascherine, ma mai parlammo della possibilità che io le vendessi alla sua struttura. Nella maniera più assoluta".