Caso Erba, dalla censura di Chi l'ha visto alla droga: in un libro le ombre
Dal nuovo libro-inchiesta di Edoardo Montolli e Felice Manti emergono nuovi elementi inquietanti sulla strage di Erba. Su Affari alcuni passaggi
Strage di Erba, dalla censura di "Chi l'ha visto" alla pista della droga. Su Affari le nuove ombre sul caso pubblicate in un libro-inchiesta
Manca meno di un mese all’udienza davanti alla Corte d’Appello di Brescia che stabilirà se l’istanza di revisione del processo sulla strage di Erba potrà essere accolta. In caso affermativo, uno dei casi giudiziari più controversi e cruenti degli ultimi vent’anni, si riaprirebbe. Il sostituto procuratore della Corte d’Appello di Milano, Cuno Tarfusser, è convinto dell’innocenza di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Ne sono convinti anche i numerosi consulenti interpellati dai legali della coppia, che hanno prodotto “nuove prove” all’esame dei giudici.
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Su Affaritaliani.it abbiamo scandagliato approfonditamente le tre fondamenta della tesi accusatoria, che ha portato all’ergastolo i coniugi Romano: la loro presunta confessione, il “riconoscimento” da parte di Mario Frigerio degli assassini e la sospetta macchia di sangue appartenente a una delle vittime sull’auto di Olindo. Tutti elementi che, peraltro, sono apparsi subito poco solidi. Sulla strage di Erba sono stati scritti diversi libri, ma è soprattutto l’ultimo (che si fregia della prefazione proprio di Cuno Tarfusser), a suscitare ancora più clamore. “Olindo e Rosa: Il più atroce errore giudiziario nella storia della Repubblica” (edito da Algama, 266 pagine, 19 euro) dei giornalisti Felice Manti e di Edoardo Montolli, non indugia solo nella ricostruzione dettagliata di quanto accaduto (e di quanto non è accaduto) l’11 dicembre del 2006, ma solleva interrogativi sulle modalità con cui furono condotte le indagini.
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Su Affaritaliani.it pubblichiamo alcuni passaggi di due capitoli particolarmente interessanti. Il primo dal titolo: “Lo strano caso di Chi l’ha visto? e le aporie della strage di Erba”, da cui emerge un non troppo velato tentativo di “censura” delle inchieste giornalistiche che si occuparono al tempo del caso.
Il secondo capitolo di cui pubblichiamo i passaggi si intitola "Erba, crocevia della droga", e affronta la pista mai battuta seriamente sulle implicazioni di un traffico di stupefacenti e sul coinvolgimento di Azouz, il marito e padre di due delle vittime, nella criminalità organizzata del paese.
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