Caso Grillo jr: "Ero nella stanza accanto, nessun rumore". La mamma di Ciro

Il processo in Sardegna per violenza sessuale di gruppo: "Appartamenti separati solo da un patio, ero tranquilla. Mi han detto che avevano conosciuto 2 ragazze"

Cronache
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Caso Grillo jr, riprende il processo: le verità del tabaccaio e una vicina

Continua nel tribunale di Tempio Pausania in Sardegna, il processo a carico di Ciro Grillo e dei suoi tre amici accusati di stupro di gruppo da due ragazze conosciute in discoteca e poi inviate a casa del figlio del garante del M5s. Il procedimento - si legge sul Corriere della Sera - riprende dopo la pausa estiva con nove testimoni da sentire, a cominciare dalla mamma di Ciro (poi la domestica, una vicina, due farmacisti e i gestori e dipendenti di un bar). "Non avevo letti sufficienti per ospitare anche gli amici di mio figlio - ha già dichiarato in precedenza Parvin Tadjik, moglie di Beppe Grillo - e così ho chiesto a una mia amica con cui ci scambiamo dei favori di dare in uso la sua abitazione per farci stare i ragazzi nel periodo di vacanza. Io ero al civico 36, loro al 37. Le case sono divise da un patio".

"Per motivi di sicurezza, e comunque per mia tranquillità, - prosegue la mamma di Ciro e lo riporta il Corriere - avevo chiesto ai ragazzi di tenere le finestre della sala aperte di notte. E anche io lo facevo in modo da poter essere comunque in contatto con loro» (...). Quella mattina ho fatto colazione nel patio della mia abitazione e posso dire che non ho visto né sentito alcunché di anomalo» (...) "Ho chiesto come fosse andata la serata e mi hanno detto che avevano conosciuto due ragazze amiche di amici» (...) «Non mi hanno fatto alcuna confidenza specifica sulla serata. Erano tranquilli".