Caso Orlandi, sei prelati sono pronti a parlare. Il giallo dei nastri spariti

Il capo dei pm vaticani Diddi sta valutando le posizioni di svariati monsignori, dagli uomini di Wojtyla a quelli coinvolti nei Vatileaks

Cronache

Orlandi, il giallo della tomba del boss della Magliana in una chiesa

Il caso Emanuela Orlandi è ufficialmente riaperto e questa volta sembra esserci la volontà di arrivare fino in fondo. Dagli uomini di Wojtyla ai prelati di Vatileaks, sarebbero sei i prelati pronti a testimoniare nell’inchiesta. Il capo dei pm vaticani Diddi sta valutando le posizioni di svariati monsignori. Il faldone con questi documenti sul tavolo del magistrato che coordina le nuove indagini - si legge su La Stampa - è alta quasi una spanna. Nel documento si chiedeva che venissero sentiti anche i più stretti collaboratori di Ratzinger e che potrebbero essere convocati: da monsignor Georg Ganswein all’ex segretario di Stato, Tarcisio Bertone. La famiglia Orlandi chiede di sentirli per sapere se erano a conoscenza degli incontri riservati tra chi indagava in Italia sulla scomparsa, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo in primis, e l’allora vertice della gendarmeria del piccolo Stato.

Sul capitolo della presunta «trattativa», tra fine 2011 e inizi 2012 tra procura di Roma e autorità vaticane (smentita da Pignatone, ma rilanciata sempre dal suo vice Capaldo) - prosegue La Stampa - oltre allo stesso Capaldo, si chiedeva di sentire Paolo Gabriele, maggiordomo di Ratzinger deceduto nel 2020 e ancora Ganswein. "Tale trattativa avrebbe avuto un doppio oggetto – si sostiene nella denuncia -. La segreteria di Stato avrebbe, infatti, chiesto a Capaldo che fosse lo Stato italiano a farsi carico dello spostamento della salma di Enrico De Pedis, detto “Renatino”, noto esponente della banda della Magliana, che scandalosamente giaceva sepolto nella Chiesa di Sant’Apollinare. Dal canto suo, Capaldo avrebbe chiesto in cambio informazioni utili alla soluzione del caso della Orlandi. La risposta che Capaldo avrebbe ricevuto da un esponente della curia sarebbe stata: «Va bene". Sarebbe anche scomparsa un'importante trascrizione di un colloquio chieve. Mistero su chi lo abbia fatto sparire.

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