Caso Sangiuliano, La7 e Fatto baluardi di libertà di informazione. Boccia eviti il cono d’ombra

La7 e il Fatto quotidiano stanno svolgendo, pur non avendone obbligo alcuno, quel ruolo di servizio pubblico che da troppo tempo sta venendo meno alla Rai

di Monica Macchioni

Maria Rosaria Boccia

Cronache

Caso Sangiuliano, La7 e Fatto baluardi di libertà di informazione. Boccia eviti il cono d’ombra

Esistono ancora giornalisti con la schiena dritta, quelli che reperiscono le notizie sulla strada, chiacchierando, muovendosi in lungo e largo per l’Italia, investigando, quelli che vanno in controtendenza rispetto alla informazione irregimentata delle domande e delle risposte concordate a tavolino e magari a ricontrollate per iscritto, e quelli invece che si prestano ad essere talvolta ufficio stampa e talora ufficio censura a seconda se la notizia e’ scomoda e non conviene che venga divulgata per non disturbare il manovratore.

In questi giorni La7 con Formigli e il Fatto quotidiano pubblicando la ricostruzione della non chiarita vicenda Sangiuliano-Boccia sono due baluardi di libertà di informazione e svolgono, pur non avendone obbligo alcuno, quel ruolo di servizio pubblico che da troppo tempo sta venendo meno alla Rai, ruolo fondamentale per la nostra democrazia, come più volte ha rammentato nei suoi discorsi con grande lungimiranza il Presidente della Repubblica.

Analizzando le poche e ancor confuse informazioni incontrovertibili, emerge che di sicuro Maria Rosaria Boccia ha dimostrato al mondo di essere esperta in comunicazione, e di avere quelle competenze che non avrebbero di certo fatto sfigurare il Ministero della Cultura e quindi lo stesso governo in caso di sua nomina - qualora fosse stata confermata e non stracciata - per i Grandi Eventi al G7 della Cultura.

Avendole impedito quel ruolo, e dando fuoco alle polveri del pettegolezzo, probabilmente il governo ha perso una occasione importante di visibilità costruttiva e il ministro ha sicuramente perso un ruolo prestigioso che si sarebbe potuto tenere. Tutto questo è’ avvenuto non per colpa di Maria Rosaria Boccia, che è’ stata scaraventata con violenza e non per colpa sua nel mare delle insidie del gossip. A ben vedere, sarebbe da ricercare quella manina che per prima giro’ a Dagospia la foto in questione.

Non certo il ministro che a detta del Fatto quotidiano neanche aveva capito la gravità di quanto stava accadendo non rendendosi conto della differenza tra la foto postata su Instagram dalla Boccia e la foto inviata da quella manina maliziosa a Dagospia. Ma siamo davvero sicuri che trattasi di collaboratore come pensa il ministro nella conversazione avuta con la Boccia il giorno prima di quella fatale e sconsiderata intervista al tg1?

E non di chi invece, avendo frequentato per anni i palazzi del potere e le segrete stanze dei partiti e non solo di quelli, sa che la destabilizzazione passa attraverso la disinformatia e la dissimulazione, motivo per cui non è difficile supporre che chi per prima ti allunga la mano amica e’ in realtà quella che di nascosto ti aveva pugnalato cinicamente alla schiena. Un po’ come avviene per i regolamenti di conti nella mafia e nella camorra: al funerale la prima ghirlanda che arriva alla Chiesa e’ quella del mandate dell’omicidio del morto.

Dalla ricostruzione del Fatto quotidiano si evince chiaramente che Sangiuliano non ha capito da quale sponda sia stato sparato il fuoco amico. La Boccia sembra molto più sul pezzo, molto più sgamata. E chissà se e’ riuscita a capire la vera motivazione di quella presa di distanza del ministro, di quella nomina rigettata. O se come tutti gli italiani rimarrà nel dubbio se la verità vada ricercata in questioni di gelosia della moglie del ministro, di corna di terzi, o di questioni familiari proprie.

Scire nefas. Sicuramente la Boccia ha dimostrato di avere capacità e talento da vendere e quindi la nomina non le e’ stata stracciata per questioni di merito. Quale segreto, dunque, si nasconde dietro questa inversione a U? Quale motivazione così riservata da impedire al ministro di parlarne per telefono? Lo dira’ molto probabilmente l’esito delle due inchieste in corso. E ci auguriamo che la stampa non si assopisca.

Perché il ruolo degli intellettuali e dei giornalisti è’ fondamentale nel vigilare sulla democrazia, perché niente e’ più facile che far passare per inattendibili o per pazzi i detentori di indicibili verità. Sedare e sopire: E attraverso il silenzio riscrivere la storia o una altra verità. Boccia ha un solo nemico oggi: cadere in un cono d’ombra. Per questo fa bene a farsi vedere in giro e a continuare a far parlare di lei.

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