Caso Toti, "Questa è corruzione". Spunta la manager che ha detto no

Dalle indagini è emersa una telefonata risalente al 2021

di Redazione
Tags:
toti liguria
Giovanni Toti
Cronache

Dalle indagini è emersa una telefonata risalente al 2021 tra l'imprenditore e la manager Ivana Semeraro

 

Nel caso delle presunte tangenti in Liguria spunta anche una manager che si sarebbe rifiutata di approvare un finanziamento da 40 mila euro per il comitato elettorale di Giovanni Toti. Per evitare di comparire tra i finanziatori del governatore, l'imprenditore Aldo Spinelli avrebbe tentato di usare come scherno un fondo di investimenti, Icon Infrastructure, che però si è rifiutato. Per capire il legame tra i due bisogna tornare al porto di Genova: una della società di Spinelli è infatti socia della Icon nella Terminal Rinfuse. Dalle indagini è emersa, come hanno riportato questa mattina diversi quotidiani, una telefonata risalente al 2021 tra l'imprenditore e la manager Ivana Semeraro, in cui il primo avrebbe chiesto al fondo di accollarsi un finanziamento al comitato elettorale di Toti e la seconda avrebbe rifiutato sottolineando che "questi pagamenti possono essere visti come corruzione". Lo scrive il sito internet www.fanpage.it.

La conversazione è del settembre 2021: "Ciao Aldo, abbiamo un po' di problemi ad approvare quel pagamento di… la donazione, alla… al comitato di Toti..", dice la manager. E a Spinelli che le chiede il perché, risponde: "Perché è un problema di reputazione, perché comunque nelle regole della nostra policy non possiamo fare donazioni a partiti politici, perché può essere vista come...". L'imprenditore insiste: "Ma noi l'abbiamo fatto sempre tutti gli anni". Semeraro replica: "Prima di noi. Ma non da quando siamo arrivati noi, Aldo. Perché i partiti politici ovviamente fanno parte delle varie istituzioni e quindi questi pagamenti possono essere sempre un po'… visti come corruzione". Spinelli ci riprova: "Lo so, ma gioia, sai cosa…". E lei: "Lo so, io capisco che per te è importante supportare a livello locale..".

Insomma, Icon non può sovvenzionare partiti politici e la richiesta di Spinelli poteva apparire come una mazzetta a tutti gli effetti. Anche il figlio di Spinelli, Roberto, sarebbe stato sollevato dal no della manager: "Quando Semeraro mi ha detto che non poteva autorizzare il pagamento io ero l'uomo più felice del mondo. Mio padre poi ci dribblava, dava l'ordine diretto. Io ho fatto legge e ho anche studiato negli Stati Uniti, non posso chiedere a un fondo di schermarmi. Sarei come mio padre, sarei uno scemo totale. Io ho chiesto all'Ivana di autorizzarmi, sperando che non mi autorizzasse", avrebbe detto ai magistrati.