Cecilia Sala da Fazio: "Mi tenevano incappucciata per 10 ore e con la faccia al muro"

La giornalista racconta le torture subite in carcere in Iran e conferma il contatto con Musk

di redazione cronache
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Cecilia Sala svela dettagli inediti dei suoi 21 giorni in carcere in Iran

Cecilia Sala adesso è libera, la giornalista è tornata in Italia il 9 gennaio dopo 21 giorni in carcere in Iran e per la prima volta ha deciso di raccontare tutto di questa drammatica vicenda. "Il giorno prima di essere liberata - dice Sala a Che Tempo che fa sul Il Nove da Fazio - mi hanno interrogata per dieci ore. Incappucciata, con la faccia al muro. Per le prime due settimane è stato così, ogni giorno". Ventuno giorni prigioniera, anzi ostaggio, da scambiare con l’ingegnere informatico iraniano Mohammad Abedini, fermato in Italia per conto degli Stati Uniti e scarcerato poi dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. "Ho capito di essere un ostaggio - prosegue Sala - quando mi hanno dato l’unica notizia del mondo esterno: la morte di Jimmy Carter, l’ex presidente americano della presa degli ostaggi nell’ambasciata Usa a Teheran. Lì — spiega — ho capito il messaggio". "Mi avevano negato gli occhiali, le lenti, un libro. Significa non poter parlare con nessuno, non vedere nulla, nemmeno la faccia dei tuoi carcerieri". Incappucciata anche per andare in bagno, portata con un bastone in sala interrogatori.

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"A interrogarmi - svela Sala - era sempre lo stesso, coperto pure lui, bravissimo nel fare il suo lavoro spaventoso — racconta — Parlava inglese e conosceva bene l’Italia, si capiva dalle domande che faceva: “preferisci l’impasto romano o napoletano della pizza?". Perché durante gli interrogatori "ci sono momenti in cui ti fanno rilassare, ti danno una sigaretta, altri in cui ti stressano per farti crollare. E io una volta sono crollata, mi hanno dato una pasticca per calmarmi, non riuscivo ad andare avanti".

Poi Cecilia Sala ammette il contatto tra il suo fidanzato ed Elon Musk. È stato Daniele Raineri, giornalista, a "contattare Andrea Stroppa, il referente di Musk in Italia, per chiedere notizie — rivela Sala a proposito del ruolo che il braccio destro di Trump avrebbe giocato nella sua liberazione — perché dal '79 tra americani e iraniani non c’erano contatti e invece Musk aveva incontrato l’ambasciatore iraniano all’Onu. L’unica risposta avuta da Stroppa è stata: "Musk è informato".

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