Cecilia Sala presa a Teheran dopo l’arresto a Malpensa di un iraniano ricercato dagli Usa? Tajani: "No dietrologie"
Iran: Calabresi, 'finora non formalizzata alcuna accusa a Sala, arresto incomprensibile e intollerabile'
foto Ipa
Iran: Tajani, 'su svizzero-iraniano mandato cattura internazionale, no dietrologie'
Diplomazia degli ostaggi per liberare la giornalista Cecilia Sala, detenuta in Iran? "Noi stiamo lavorando per liberare Cecilia Sala, è inutile che si facciano dietrologie: è importante che torni a casa il prima possibile e grazie al lavoro della diplomazia, con la collaborazione tra Presidenza del Consiglio e il Ministero degli Esteri", ha risposto ai cronisti in Senato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
A chi gli chiedeva se Sala sia stata vittima di una sorta di rappresaglia di Teheran per l'arresto di un cittadino svizzero-iraniano fermato a Malpensa lo scorso 16 dicembre, il titolare della Farnesina ha risposto: "C'è un detenuto svizzero-iraniano, che è stato arrestato a Malpensa prima di Cecilia Sala perché c'era un mandato di cattura internazionale emesso dagli Stati Uniti d'America. Il detenuto - ha proseguito Tajani - è trattato con tutte le garanzie che noi dobbiamo dare ai detenuti non condannati, ha ricevuto la visita consolare, il suo avvocato ha avuto la possibilità di conoscere i capi di imputazione, ma sono capi di imputazione che vengono da un mandato di cattura internazionale: l'Italia non è competente per il procedimento penale di questo iraniano. C'è stato un mandato di cattura e poi si vedrà l'estradizione, sarà la magistratura a decidere. Al momento è trattenuto in carcere ma con tutte le garanzie che spettano a un detenuto non italiano", ha ribadito il leader di Forza Italia.
Cecilia Sala presa in albergo a Teheran dopo l’arresto a Malpensa di un iraniano ricercato dagli Usa
Cecilia Sala è trattenuta in una cella di isolamento nel carcere di Evin, in Iran dal 19 dicembre.
'Un arresto che dopo dieci giorni non ha ancora una motivazione formale, solo generici riferimenti a «comportamenti illegali» non meglio specificati - spiega il Corsera - E la coincidenza con il fermo in Italia di un cittadino svizzero-iraniano di cui gli Stati Uniti reclamano l’estradizione, lascia aperta l’ipotesi che la giornalista sia rimasta impigliata in un intrigo internazionale che non avrebbe nulla a che vedere con il lavoro che stava svolgendo a Teheran'.
Iran: Calabresi, 'finora non formalizzata alcuna accusa a Sala, arresto incomprensibile e intollerabile'
"Non sappiamo" perché Cecilia Sala è stata arrestata in Iran. "E questo è la grande domanda. Fino ad oggi, e sono passati 9 giorni con oggi, non è stata formalizzata alcuna accusa, non si sa perché è nel carcere di Evin, non si sa perché è in isolamento. È incomprensibile ed è una cosa intollerabile per l'Italia che accada questo". Ad affermarlo è il direttore di Chora Media, Mario Calabresi intervistato a 'Il Cavallo e la torre' su Rai3 commentando l'arresto dalla giornalista di 'Il Foglio' e di 'Chora Media'. "Cecilia - racconta Calabresi - era li perché da tempo voleva tornare a Teheran. E' stata più volte in Iran e gran parte del suo libro 'L'incendio' è incentrato proprio sul movimento delle giovani iraniane che vogliono cambiare il paese e la cultura. E' da tempo che voleva tornare per raccontare cosa stava succedendo in Iran".
All'inizio di dicembre, sottolinea Calabresi, "dopo avere fatto una richiesta molto tempo fa" finalmente "ha avuto una risposa positiva alla sua richiesta di visto. Un visto di otto giorni che, ho visto un carteggio, poteva avere una proroga. Così il 12 dicembre è partita per l'Iran. Ha iniziato a fare i suoi incontri. Era seguita da un fixer dell'Ambasciata. Aveva fatto le prime tre puntate di Stories", il Podcast di Chora Media. "Venerdì 20 - sottolinea ancora Calabresi - doveva tornare in Italia ma il giorno prima è scomparsa. Il telefono è diventato muto. Ci ha preoccupato molto perché Cecilia è una giornalista molto scrupolosa, puntuale, metodica, che lavora con molta cura delle cose e non ha mai ritardato l'invio del suo podcast oppure avvisava. Quel giorno il suo Podcast doveva arrivare verso le 14.30 ma non ha mandato nulla e non aveva fatto il check in dell'aereo e quindi era evidente che era successo qualcosa. E' stata avvisata l'unità di crisi della Farnesina. Non ha preso l'aereo e non è partita. Soltanto a metà giornata del giorno dopo ha potuta fare una telefonata a sua madre". Il Governo italiano, aggiunge, "è il soggetto che può fare" e "sin dal primo minuto la Farnesina, Palazzo Chigi sono stati molto presenti e molto attivi"