Chi è Pietro Parolin, il cardinale che va all’Ikea e potrebbe succedere a Papa Francesco
Chi è Parolin: il cardinale che a 6 anni si metteva il grembiule della madre e “diceva Messa” a modo suo sul terrazzo della casa natale in quel di Schiavon
Cardinale Pietro Parolin
Chi è Pietro Parolin, il cardinale che va all’Ikea
All’età di 6 anni si metteva il grembiule della madre e “diceva Messa” a modo suo sul terrazzo della casa natale in quel di Schiavon, 2.500 anime in provincia di Vicenza. Veneto profondo, quello del 1955 dove nel gennaio di quell’anno Pietro Parolin, oggi cardinale papabilissimo e Segretario di Stato con Papa Francesco ha sortito i natali. A Schiavon, racconta il Corriere del Veneto, è stato la Pasqua scorsa e ai paesani ha ricordato che lui sarà sempre e comunque don Piero. Sacerdote dal 1980, dal 1986 è diplomatico di gran carriera per la Santa Sede: è stato in America Latina, poi per lungo tempo a Roma dove negli anni 2000 ha gestito il dossier Cina e Vietnam, poi nel 2009 Benedetto XVI lo ha mandato a fare il Nunzio, cioè l’ambasciatore, in Venezuela.
I cablogrammi di Wikileaks dicono che con gli americani ci parlava e a loro, alla loro diplomazia, piaceva come fonte: chissà se a Washington piace ancora. Certo è che con JD Vance, il vicepresidente americano venuto in visita Oltretevere poco prima della morte di Jorge Mario Bergoglio, è stato come sempre al top: il clima dell’incontro è stato definito “molto cordiale” nel quale si è cercato di ricomporre lo strappo e la distanza Roma-Washington in tema di migranti (è appena il caso di ricordare che nel febbraio scorso il defunto Papa aveva spedito una lettera pastorale ai vescovi yankee invitandoli a resistere a politiche discriminatorie e contrarie all’accoglienza, tenete a mente). L’idea di fondo, insomma, è che adesso ci sia uno spazio per provare a recuperare gli strappi del pontificato bergogliando e che, dunque, Parolin possa essere l’uomo giusto. Si vedrà, il Conclave ancora non è iniziato e si sa che chi entra Papa esce cardinale. Ha due fratelli: Giovanni che è procuratore al Tribunale minorile di Venezia, e Maria Rosa che insegna matematica a Verona.
Nel corso di questi anni alla guida della macchina diplomatica vaticana e di governo, Parolin ha adottato uno stile molto discreto. Non ha mai rubato la scena al principale e ha sopportato di buon grado lo svuotamento del ruolo della Segreteria con la riforma della Curia e la nascita dei dicasteri (incluso anche il controllo delle finanze papali): a differenza di Francesco, però, leggeva attentamente i dossier che arrivavano sulla sua scrivania e provvedeva a informarsi, incontrare, conoscere. In giro si sa chi è, e viene apprezzato. Va bene la fede, l’annuncio, la predicazione ma adesso, dopo un Papa accentratore nello stile di governo, ci vuole uno che dia più spazio, più voce ai vescovi e soprattutto rimetta un po’ a posto la macchina vaticana che le riforme bergogliane hanno mandato abbastanza in confusione.
Il padre di Parolin aveva una ferramenta in paese ed è morto in un incidente stradale quando il futuro cardinale aveva 9 anni (e la cosa lo toccò profondamente). La madre, la signora Ada, è morta ultranovantenne nel settembre dell’anno scorso: “Grazie mamma, sulle tue ginocchia abbiamo imparato a conoscere il Vangelo. In te, oggi, si realizza quella fede nella resurrezione in cui noi crediamo”, ha detto il cardinale nel celebrarne le esequie. La madre, il Veneto cattolico, la fede: ricorda un po’ Albino Luciani che per 33 giorni fu Giovanni Paolo I, quella sua fede ingenua e fortissima.
Ha raccontato sua sorella Maria Rosa a ilbacodaseta.org che suo fratello: “È un uomo sereno, che sa stare insieme alle persone, di qualsiasi età o grado sociale. Non giudica, ascolta e sa dare consigli, è facile confidarsi con lui. Mantiene i rapporti con gli amici, quando può incontra i malati. È un uomo di fede (…) custodisce nel cuore il calore umano e la profonda fede che ha trovato in Sudamerica”.
Con sua sorella vive normalmente, vanno all’Ikea a comprarsi gli scaffali per i libri e ci mangiano pure. Diciamo che il personaggio c’è tutto e, con la sua preparazione diplomatica in un mondo in guerra, potrebbe essere davvero un buon Papa: figuratevi a incontrarlo tra un appendipanni e un armadio da montare a casa. Magari dopo aver mangiato lasagne al salmone. Per adesso i bookmaker inglesi lo danno in testa, a 2,50. Fateci un pensiero.