Chi è Roberto Vannacci, il generale del libro contro gay e migranti

Spezzino, 55 anni, una carriera militare velocissima. Le sue testimonianze sull’uso dell’uranio impoverito

Di Redazione Cronache
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Roberto Vannacci, ecco chi è il generale del libro contro gay e migranti

Sta facendo tanto discutere in questi giorni il libro "Il mondo al contrario" di Roberto Vannacci, pieno zeppo di gaffe omofobe, contro gay e migranti.  Ma chi è il generale finito al centro della bufera?

Cinquantacinque anni, spezzino, Vannacci è in servizio nell'esercito dal 1986, quando aveva 18 anni. Ottenuto il brevetto di incursore, partecipa da giovanissimo a missioni di «neutralizzazione» di terroristi in Somalia e di recupero civili durante il genocidio in Rwanda. Progressivamente, ai ruoli operativi affianca quelle di comando. Così, nella sua lunga carriera, che conta esperienze anche in Libia, Yemen, ex Jugoslavia e Iraq, prima dell'Istituto geografico militare di Firenze, di cui è comandante da appena due mesi, può contare di essere stato a capo anche della Task Force 45 durante la guerra in Afghanistan e della Brigata paracadutisti Folgore. In Iraq invece il generale Vannacci era stato inviato, come comandante dell'intero contingente italiano, per formare in prima persona le milizie locali a combattere sul campo contro i terroristi dell'Isis e per dirigere le attività di contro-insurrezione. Su questa esperienza, il militare si è distinto per un'iniziativa invisa alle più alte gerarchie delle Forze armate, arrivando a presentare due esposti sulla mancata tutela del contingente in prima linea rispetto ai rischi rappresentati dall'uranio impoverito.

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Decorato quindici volte (tra cui anche dagli Stati Uniti d'America - con la Bronze Star Medal e la Legione al Merito - per le sua attività in Afghanistan e in Iraq), il generale Vannacci conta tre lauree magistrali, in studi strategici, militari e internazionali diplomatici, ed è in grado di parlare in modo fluente, oltre all'italiano, anche inglese, francese, spagnolo, portoghese e rumeno. Sulla lingua russa, invece, stava ancora muovendo i primi passi, quando nel 2022 è stato allontanato da Mosca assieme a tutto il contingente diplomatico italiano, di cui era addetto alla Difesa, subito dopo l'attacco all'Ucraina e la rottura delle relazioni tra Russia e Italia. Ma ora, un uomo ai vertici delle Forze Armate e della Nato, rischia di subire un brusco stop alla carriera a causa delle affermazioni scritte ne "Il mondo al contrario".

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