Chi è Simone Borgese, lo stupratore seriale arrestato a Roma. Ritratto

Il 39enne è stato di nuovo arrestato per una violenza sessuale contro una studentessa di 26 anni

Di Redazione Cronache
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Simone Borghese -
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Simone Borgese, chi è lo stupratore seriale arrestato a Roma

Ci è "ricascato", Simone Borgese, il 39enne di Roma che ha scontato sette anni di carcere per uno stupro commesso nel 2015 ai danni di una tassista. L'uomo è stato infatti arrestato nuovamente dalla polizia con l'accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di una studentessa a Roma.

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Separato e con un figlio, Borgese era a piede libero dal giugno 2022. Oltre alla violenza nei confronti della tassista, nel 2016 era stato condannato a sette anni e sei mesi di reclusione per aver picchiato, violentato e rapinato l'8 maggio del 2015 una tassista da cui si era fatto accompagnare in una zona periferica a sud di Roma. L'uomo, accusato di lesioni, violenza sessuale e rapina, è stato anche condannato al risarcimento di 30 mila euro a favore della vittima di diecimila euro al Comune di Roma. Borgese confessò subito lo stupro e nel corso dell'interrogatorio di garanzia si dichiarò colpevole e attribuì il suo gesto ad un "raptus che gli aveva rovinato la vita". Gli uomini della Squadra Mobile arrivarono a lui a 48 ore dalla violenza sessuale grazie alla preziosa testimonianza di un collega della tassista vittima dello stupro. 

Ma non solo. Nel 2022 Borgese aveva subito un'altra condanna a 2 anni e 10 mesi per molestie nel 2014 nei confronti di una 17enne, che lo aveva riconosciuto grazie alle foto comparse sui giornali. Il 39enne aveva aggredito all'interno di un ascensore la ragazza, molestandola sessualmente. I fatti risalgono al giugno del 2014. Borgese, all'epoca dei fatti trentenne, abusò della minorenne in un ascensore.

Ma torniamo a oggi, perchè il pomeriggio dell'8 maggio scorso una studentessa, in attesa di un bus in via della Magliana, a Roma, è stata avvicinata da Simone Borgese in auto con la scusa di chiedere un'indicazione stradale. L'uomo ha agganciato la giovane donna chiedendole quale fosse la strada per raggiungere l'entrata del Grande Raccordo Anulare, direzione Eur. In quei frangenti, la ragazza, grazie all’utilizzo di una nota app di mappe stradali, aveva fornito le informazioni all’uomo che, approfittando del traffico veicolare dietro di sé e mostrando il suo cellulare completamente scarico, aveva aperto lo sportello dell’auto invitandola a salire per accompagnarlo. La giovane, intimorita e impaurita, poiché l’uomo aveva proseguito la marcia raggiungendo una zona isolata, a lei sconosciuta, è stata poi costretta a subire una violenza.

Stupratore seriale a Roma: l'8 maggio la data scelta per stuprare

Tutte e due gli abusi a distanza di nove anni si sono consumati l'8 maggio. C'è anche la scelta della data nell'agghiacciante serialità di Simone Borgese, lo stupratore fermato oggi a Roma. L'abuso della tassista infatti avvenne l'8 maggio del 2015: fermò il taxi in strada, simulò una corsa per Fiumicino ma poi le fece cambiare itinerario più volte per finire in una zona isolata di Ponte Galeria dopo picchiò e violentò la donna. Anche lo stupro della studentessa un mese fa si è consumato l'8 maggio. 

Vittima stupro Borgese: "Mi ha fatto sentire anche in colpa"

"Mi ha fatto sentire in colpa. Diceva: 'non mi stai aiutando in una situazione come questa'. Poi continuava 'ho il telefono scarico'. Io continuavo a rispondergli: 'nella tua macchina non salgo'. E' stato veramente un attore, un manipolatore. Non sarei mai salita sulla macchina di uno sconosciuto. Non sono stata abbastanza lucida per la situazione che si era creata, vedevo le macchine ferme da un lato e dall'altro della strada, il traffico, lui con lo sportello aperto". Cosi' Martina, la studentessa di 20 anni vittima dello stupro di Roma per cui e' finito in manette Simone Borgese, gia' condannato a sette anni e mezzo di carcere per violenza sessuale, avvenuta sempre l'8 maggio, ma del 2015, ai danni di una tassista alla Piana del Sole. La giovane subito dopo la violenza e' stata lasciata a Villa Bonelli. Ha preso un treno e si e' confidata con due ragazze che l'hanno vista sconvolta. "Non mi sono pentita di aver denunciato perche' era la cosa giusta da fare e il prima possibile", aggiunge la studentessa. "In quel momento io non avevo ben in mente che cosa fare ma sapevo solo che volevo starmene a casa e stare in un posto tranquillo - aggiunge -. Sono state queste due ragazze che mi hanno aiutato a venire qui in questura a denunciare" ai poliziotti della Questura di Roma.