Chi era Maria Rosaria Omaggio: la morte per una lunga malattia. Ritratto
L'incredibile carriera dell'eclettica artista di origine napoletana. Il premio per l'interpretazione di Oriana Fallaci
Chi era Maria Rosaria Omaggio: una vita tra cinema e teatro e la morte per una lunga malattia. Ritratto
È morta l’attrice Maria Rosaria Omaggio, aveva 67 anni ed era malata da tempo. Napoletana, viveva a Roma.
Era nata a Roma l’11 gennaio del 1957 da una famiglia di origini napoletane. Ha trascorso cinquant’anni di carriera tra il cinema e il teatro dedicandosi anche alla scrittura, una delle sue passioni. Per il suo impegno nel sociale è stata nominata Goodwill Ambassador Unicef.
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Il primo successo, scrive Dagospia, l’aveva ottenuto in tv nei primi anni ’70 con Pippo Baudo a “Canzonissima”, con tanto di celebri copertine su “Playboy” e “Playmen” per poi dividersi da subito, con accortezza, tra il cinema di genere italiano e quello spagnolo. La troviamo così in “Roma a mano armata” di Umberto Lenzi con Maurizio merli e Tomas Milian, in “Squadra antiscippo” di Bruno Corbucci con Tomas-Monnezza, in “La malavita attacca, la polizia risponde” di Mario Caiano con Leonard Mann, nella commedia sexy “La segretaria privata di mio padre” con Renzo Montagnani, ma anche in una serie di film spagnoli di Vicente Escrivà che le dettero enorme popolarità in Spagna, “La lozana andalusa”, “El virgo de Visantesa” e “Visantesa, estate quieta”.
In Spagna, continua Dagospia, Maria Rosaria trovò il modo giusto di concedere un po’ di erotismo e di poter recitare in un cinema un po’ più acculturato del nostro, anche se poi anche lì la troviamo nella commedia sexy “La moglie dell’amico è sempre più… buona” di Juan Bosch con Sydne Rome. Nel curioso, stracultissimo “Culo e. Camicia” di Pasquale Festa Campanile un Renato Pozzetto in versione gay compagno di Mastelloni si trova a scegliere tra lei e Mastelloni.
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Il debutto nel cinema è del 1976 con Squadra antiscippo e Roma a mano armata accanto a Tomas Milian. Tra le altre interpretazioni cinematografiche , La lozana andalusa per Vicente escrivà; Culo e camicia con renato Pozzetto di Pasquale Festa Campanile; Era una notte buia e tempestosa di e con Alessandro Benvenuti, Rimini Rimini l’anno dopo; Il Generale di Luigi Magni; gira in Inglese Advewnture of hercules, con Lou Ferrigno e Incubo sulla città.Jean Claude Lubjansky, aiuto di Peter Brook, la dirige in Francese ne Il triangolo a quattro lati. (AGI)Nel 2008 ha girato i corti Adagio di Patrizio Cigliano e fine delle trasmissioni di Marcello Cotugno. Nel film Walesa, l’uomo della speranza di Andrzej Wajda, presentato alla Mostra di Venezia ha il ruolo di Oriana Fallaci, che intervistò il leader di Solidarnosc nel 1981.
Per la sua interpretazione ha vinto a Venezia il premio Pasinetti, il premio Arechi d’oro al festival del cinema di Salerno e nel 2014 il premio Oriana Fallaci. Anche in teatro ha interpretato Oriana Fallaci in Le parole di Oriana, omaggio a fallaci in concerto.Ha preso parte a diversi sceneggiati televisivi italiani, tra cui Racconti Fantastici, Sarto per signora, Il generale, Edera, Passioni, Micaela, Caro maestro 2, Donne di mafia, La squadra, Don Matteo 5, A fari spenti nella notte. Per quanto riguarda i suoi lavori come scrittrice l’ultima pubblicazione è Il linguaggio dei gioielli, significato nascosto e ritrovato dell’eterna arte dell’ornamento dalla A alla Zeta, per il quale le è stato assegnato il Premio Alfredo Cattabiani.
Aveva avuto un marito e tre compagni importanti, ma nessun figlio. Creativa ed eclettica, ha vinto numerosi riconoscimenti per la sua attività di scrittrice. Ha pubblicato Viaggio nell’incredibile, saggio con il quale ha vinto, tra gli altri, il Premio letterario Fregene; L’energia trasparente, curarsi con cristalli, pietre preziose e metalli, tradotto in inglese, spagnolo, portoghese e tedesco e con XVII ristampa. I racconti di C’era una volta, c’è sempre e ci sarà ancora con i quali ha vinto il Premio Chiantino 1999.