"Ci so fare con i bambini". Choc: la reo confessa del doppio infanticidio di Parma faceva la baby sitter a tre piccoli
L'imprenditore che affidava i suoi piccoli alla 21enne: "Tremo all'idea che possa aver fatto una cosa simile". Si continua a scavare in quel giardino, si temono altre brutte sorprese
Doppio infanticidio di Parma, i dettagli inquietanti sulla ragazza che ha ucciso i suoi due figli: faceva la baby sitter a tre bambini
Emergono nuovi dettagli inquietanti sulla vicenda del doppio infanticidio della provincia di Parma. La 21enne ha confessato infatti di essere stata lei a uccidere anche il secondo bambino circa un anno fa. Questa nuova confessione ha indotto gli inquirenti a tornare in quel giardino dell'orrore e a continuare a scavare, si temono nuove brutte sorprese. Ma Chiara, la donna sotto accusa, non andrà in carcere per il momento. "Non ci sono esigenze cautelari". Con questa motivazione il gip - riporta Il Corriere della Sera - - avrebbe negato nelle scorse settimane l’arresto della madre del neonato trovato morto nel giardino della villetta di Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma, il 9 agosto scorso. La richiesta di una misura cautelare per i reati di omicidio volontario e occultamento di cadavere era arrivata dalla Procura di Parma. Un particolare, non da poco, è che il diniego del giudice è stato firmato quando ancora non si conosceva del secondo corpo, riesumato una decina di giorni fa nello stesso giardino. Neonato che come l’altro, sarebbe stato partorito (almeno un anno fa) sempre dalla ragazza.
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E lei, in un secondo interrogatorio, avrebbe raccontato di esserne la madre e di averlo ucciso, come l’altro. Ma l'altro dettaglio inquietante che emerge è relativo al lavoro della ragazza: faceva la baby sitter a tre bambini. "La prima volta che l’ho vista - dice il papà dei tre piccoli affidati a Chiara a Il Corriere - le ho chiarito questo: guarda che son tre bimbi, son tre piccole pesti, se si mettono insieme son capaci di distruggere. Chiara mi ha risposto con un sorriso, lei era sempre sorridente: "Guarda, vedrai, io ci so fare con i bimbi, mi piacciono". Ha spiegato che era il suo lavoro. Insomma, era sicura; veniva a casa, da noi, quasi tutte le mattine, da aprile a fine maggio. Due ore, dalle 5 e 50 alle 8, quando li portava a scuola. Una baby-sitter perfetta. Mi sento in colpa, non mi sono accorto di nulla, di niente, una cosa di cui non mi sono capacitato perché non si notava che fosse incinta, non si vedeva; io, almeno, non ho visto alcun cambiamento. È sconvolgente, non ci credevo, tremo se penso che è accusata di omicidio volontario".