Cinghiali, caccia con l’arco in Abruzzo. Ironia web. La Regione: E’ diverso

Caccia al cinghiale in Abruzzo. La si fa fino alle ore 24 anche con arco e frecce. Il vicepresidente Imprudente: “Qualcuno ci sta giocando ma è più complesso”

di Antonio Amorosi
Cronache
Condividi su:

I cinghiali ovunque. Ecco cosa ha pensato la Regione Abruzzo per abbatterli. Ironia in rete

L’ultima in ordine di tempo è stata l’invasione delle aiuole di un ospedale sulla Cassia nella Città Eterna. Le immagini dei cinghiali che grufolano tra i cassonetti di Roma è uno spettacolo che ha fatto il giro del mondo. Ma il problema è diffuso da Nord a Sud nel Belpaese, tra incidenti mortali, auto ammaccate, campi coltivati distrutti e interi branchi che si intrufolano nelle zone abitate, trovandoseli faccia a faccia tra terrore e aggressioni.

E’ stato calcolato che vi sarebbero in circolazione per l’Italia circa 2,3 milioni di esemplari. Un singolo cinghiale adulto pesa di media 120 kg e in corsa può superare facilmente i 50 km/orari. Solo a causa dei cinghiali vi sarebbero, secondo Coldiretti, che ha lavorato sui dati Asaps (il portale della Sicurezza Stradale), un incidente ogni 48 ore con 16 vittime e 215 feriti. Si calcola che i cinghiali causino danni all’agricoltura per 200 milioni di euro l’anno.

Problema complesso quello della diffusione degli ungulati e della loro interazione con l’habitat umano ma tra il freno degli animalisti e l’accelerazione degli agricoltori non sembra trovarsi soluzione. Il risultato è che il cittadino si trova solo di fronte al problema e l’inerzia delle pubbliche amministrazioni spesso peggiora il quadro.

Uno dei modi utilizzati per contenere la diffusione dei cinghiali è la caccia.

In questo senso la giunta regionale dell’Abruzzo ha appena approvato il nuovo disciplinare per la caccia di selezione al cinghiale che introduce le novità della caccia fino alle ore 24, con l'ausilio di luci artificiali e visori a infrarossi e termici e la possibilità di utilizzo dell'arco con le frecce al posto dell'arma da fuoco.

L’arco per cacciare i cinghiali? Con animali così pericolosi?

L’ironia è esplosa in rete con commenti tra il sarcastico e l’irritato, come quella di Lucia C. su Facebook: “Non so se Robin Hood se la prenderà con l'amministrazione comunale per non essere stato invitato…”. O Gianfranco G. B: “Secondo me indossano pure l’armatura”, e scrive: “quanto sono f…… in Abruzzo da 1 a 100?”. Andrea: “Perseverano diabolicamente”.

Ma per la Regione Abruzzo il nuovo disciplinare per la caccia di selezione è "un fondamentale strumento per il contenimento della popolazione dei cinghiale e per limitare le problematiche sul territorio regionale”.

Così con Affaritaliani.it abbiamo provato a sentire il vicepresidente della Regione Emanuele Imprudente che ha anche la delega all’Agricoltura.

Vicepresidente, ma che significa che fate la caccia ai cinghiali con arco e frecce...?

“Qualcuno ci sta giocando, come elemento, ma a dire la verità le cose non stanno così. E’ simpatica l’ironia ma bisogna capire. Per contenere i danni abbiamo la caccia di selezione che viene fatta dei cacciatori formati, abilitati e certificati”

E che c’entrano l’arco e le frecce?

Imprudente: “Permettiamo la caccia fino a mezzanotte. E si può fare sia con il fucile sia con l’arco. Che non è…”

L’arco e frecce degli indiani?

“Appunto. Non è l’arco e frecce degli indiani. Ma parliamo di strumenti e armi adeguate con il soggetto che spara ad un elemento singolo già selezionato. Poi c’è la caccia che avviene in alcuni mesi specifici, 3 mesi, se non cambia la legge nazionale. Ma noi abbiamo allargato il campo della caccia di selezione”.

Ma non è un’arma un po' troppo “debole”?

Imprudente: “No, ma scherza… Questa è una caccia di selezione che si fa in appostamento.”

Come si riduce il problema della diffusione dei cinghiali?

Imprudente: “E’ una questione a livello nazionale sulla quale stiamo lavorando. Ma adesso in Abruzzo si possono abbattere i capi anche fino alle ore 24 con la caccia di selezione. Noi abbiamo scelto questa strada. È molto importante per noi che l'Ispra abbia dato il proprio parere positivo a tutte le nostre proposte consentendo nei fatti l'attivazione di modalità, certamente non risolutive del problema del sovrappopolamento dei cinghiali, ma che riteniamo maggiormente efficaci”.