Clima, Tebaldi: "Bacino del Mediterraneo tra i più a rischio per i gas serra"

La ricercatrice del Pacific Northwest National Lab: "Era tutto ampiamente previsto, lo spiegai nel 2004 al Senato americano"

(foto Lapresse)
Cronache
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Clima, Tebaldi: "Bacino del Mediterraneo tra i più a rischio"

Il surriscaldamento del pianeta Terra è un tema non più rimandabile. La conferma arriva da una delle massime esperte del settore, la ricercatrice italiana Claudia Tebaldi, coautrice del sesto rapporto dell’Ipcc (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) e ricercatrice del Pacific Northwest National Lab, che vive negli Usa. È lì - si legge sul Corriere della Sera - che ha incontrato il suo «mentore», Jerry Meehl, con cui ha firmato il primo studio scientifico sulle onde di calore nel futuro e sulla correlazione con il riscaldamento globale, pubblicato su Science nel 2004. Studio che andò lei stessa a «spiegare» al Senato americano. "Avevamo previsto che questi eventi estremi sarebbero diventati più intensi, più frequenti, più lunghi. Certe regioni del pianeta si scaldano più della media, altre meno. Ad esempio, per 1° di riscaldamento globale, la superficie terrestre si riscalda di almeno 1,5° mentre l’oceano di circa 0,7°. E anche a livello terrestre, ci sono regioni che si riscaldano ad un tasso doppio, come le zone artiche, rispetto alla media. I modelli probabilistici dimostrano poi che con l’aumento medio delle temperature aumentano anche le probabilità di eventi estremi.

"Purtroppo - prosegue Tebaldi al Corriere - il bacino del Mediterraneo è sempre stato un hotspot, una parte del mondo in cui le proiezioni di siccità ad esempio sono molto consistenti e con essa tutti i problemi che state già sperimentando: ondate di calore, incendi, mancanza d’acqua. Sicuramente dobbiamo adattarci. Non posso affermare che ogni estate futura sarà drammatica come questa, proprio perché gli eventi estremi sono soggetti ad aspetti aleatori. Ma è certo che ogni incremento del riscaldamento globale aumenta la loro probabilità e la loro frequenza. È già sotto i nostri occhi. Bisogna riassorbire parte del gas serra, è l'unica soluzione".