"Il Covid mio padre, medico, lo ha sconfitto: poi il calvario fino alla morte"

Morto in un ospedale di Genova, lo stesso in cui è stato primario per 40 anni. "In 23 giorni ha perso 30 chili"

di Elisa Scrofani
Barbara Marugo e il padre
Cronache
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La lettera di Barbara Marugo a suo padre: primario in pensione, morto in un ospedale di Genova, lo stesso dove lavorava

Barbara Marugo, che oggi lavora come agente della Polizia locale di Milano, da poco ha perso il padre, primario in pensione, morto lo scorso dicembre in un ospedale di Genova, lo stesso dove ha lavorato tutta la vita come endocrinologo. Mentre attende l'esame autoptico per accertare la causa della sua morte, la figlia dedica una lettera al genitore, che pubblichiamo integrale in calce all'articolo.

"Mio padre per 23 giorni ha lottato contro il Covid e si è negativizzato in reparto", racconta Barbara Marugo ad Affaritaliani.it. Era vaccinato con due dosi Pfizer. "Altri nemici invisibili" però, continua, "lo hanno strappato via da questa terra". 

"Mi chiamava tutti i giorni perché aveva sete e fame, si dimenticavano di lui, non mettendogli neppure le flebo sostitutive dei pasti", riferisce la figlia. "Ma queste sono cose tecniche che accerterà l'autopsia, mentre i 30 chili che ha perso in 23 giorni di ricovero sono fatti rilevabili da chiunque". 

Poi si sofferma sulle cure destinate al padre all'interno del reparto Covid. "Mi chiedeva di mandare al reparto ogni giorno email perché non gli facessero la morfina, ma nonostante questo il reparto Covid insisteva a somministrargliela ugualmente contro la sua volontà".

La figlia dice anche di aver mandato diverse mail al reparto dell'ospedale, che non hanno mai avuto risposta. "Ne ho mandate almeno una quindicina, ma non rispondeva nessuno. Quando venivano nella stanza di mio padre mi dicevano che la morfina gliel'avrebbero somministrata una volta addormentato, così non se ne sarebbe accorto". "Avrebbe voluto vedere la sua cartella clinica, ma non è stato possibile nemmeno questo".

"Mio padre si era inoltre reso conto che con le dosi di insulina che gli facevano, dato che lui non era diabetico, lo avevano mandato in sovradosaggio di cortisone, procurandogli 'artificialmente' un fattore di rischio in più. Era molto preoccupato, le cure a suo avviso non erano appropriate ma piuttosto tentativi incoerenti".

Il testo integrale della lettera

Per noi la morte è solo silenzio, ma per te in me non lo è ancora…

Tu mi dicevi: “Non voglio l’insulina perché non sono diabetico…sono solo in sovradosaggio di cortisone…un effetto collaterale, un fattore di rischio in più per il covid“

Tu, bravissimo medico di medicina interna, dal tuo letto di ospedale mi parlavi…

Tu per tutti oggi sei solo racchiuso in un angolo di silenzio, ma in me parli ancora e mi dici “Barbara, la soluzione è nelle micro dosi di interferone…è ovvio, vanno a compensare le deficienze delle difese della immunità innata…” chissà cosa volevi dire, chissà cosa vuoi dire? Solo tra grandi Clinici infondo vi capite!

Ed io? Cosa dovrei fare?

Tu papà che cosa ci vuoi ancora regalare?

Speriamo nei grandi clinici allora, speriamo nei grandi medici ora! Loro sì che sicuramente sapranno che farsene di queste tue parole.

Dedicata a mio papà il prof. Mario Marugo

AG di PM di Milano Dott.ssa Barbara Marugo

 

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