Colossale furto nelle più grandi banche dati italiane, violata una mail di Mattarella. Dossier anche su La Russa
Anche il presidente della Repubblica Mattarella tra le vittime del caso di dossieraggio. Ma non solo
Colossale furto nelle più grandi banche dati italiane, violata anche una mail di Mattarella
Si vantavano di essere riusciti a violare un indirizzo e-mail assegnato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella due degli arrestati nell’indagine milanese sul presunto furto dalle banche dati ad opera di un'organizzazione di hacker ed ex appartenenti alle forze dell'ordine.
Nelle oltre mille pagine della richiesta di arresti, che raccoglie tutto il materiale investigativo raccolto, gli inquirenti definiscono “inquietante per i possibili scenari che apre” la conversazione del 13 ottobre 2022 tra Carmine Gallo, l’ex poliziotto milanese ai domiciliari, e Nunzio Samuele Calamucci, uno dei presunti capi dell’associazione a delinquere che avrebbe creato report con dati segreti “nel corso della quale lasciano intravvedere di avere intercettato per il tramite di un gruppo denominato ‘Campo Volo’ un indirizzo e – mail assegnato alla massima carica dello Stato, il Presidente Sergio Mattarella, o comunque di essere riusciti, sempre attraverso lo stesso gruppo, a utilizzare abusivamente o a clonare l’account”.
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Calamucci afferma: "Ho sentito...un amico del 'Campo Volo'...mi ha detto: 'mi raccomando quanto la stampi...stampatela da una stampante non riconducibile a voi...gli faccio, se no me la mandi così' ...(incomprensibile)...Gli faccio: 'sì guarda che noi l'abbiamo spedita a venti persone, più tre mail, una mail intestata a Mattarella, con nome e cognome' che se vanno a vedere l'account è intestato al Presidente della Repubblica e non vorrei che gli rompano il c....lo vedono che è diverso!".
Dossier anche su La Russa e il figlio Geronimo
Ci sono anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa e il figlio Geronimo tra le persone finite nel mirino della rete di presunti spioni guidata dal super poliziotto Carmine Gallo, ai domiciliari.
Come scrive l’Ansa, dagli atti dell'indagine della Dda milanese spunta una intercettazione del maggio 2023 in cui Pazzali, negli uffici della sua società di investigazioni, chiede ai suoi di fargli un report sulla seconda carica dello stato: "Ignazio La Russa!", "diciotto luglio. Esatto, abita in…" "E metti anche un altro se c"è... eh... come si chiama l'altro figlio? Eh...Geronimo".
Piantedosi: "Verifiche sugli accessi abusivi alle nostre banche dati"
II ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha dato mandato al capo della polizia, Vittorio Pisani, di acquisire dall'autorità giudiziaria gli atti di indagine utili per avviare verifiche "su ipotizzati accessi abusivi alle banche dati del ministero o sull'utilizzo illecito delle stesse".
Su questo fronte peraltro, viene aggiunto, "sta operando al Viminale una commissione di specialisti già in precedenza istituita dal ministro anche per definire eventuali ulteriori misure e procedure a protezione delle strutture informatiche interforze".
Tra le numerose storie di presunto spionaggio contenute negli atti dell'inchiesta milanese, molte, annotano gli investigatori, riguardano "liberi professionisti, soprattutto avvocati" che si rivolgono alla società 'Equalize' "per lo svolgimento di investigazioni difensive e, in alcuni casi, per attività strettamente personali". È il caso di Paolo De Bernardinis, giuslavorista romano preoccupato per il "rapporto instaurato dalla figlia con un uomo albanese residente a Scutari" che la donna, anche lei avvocato, si appresta ad andare a trovare.
Nell'affaire Equalize anche un avvocato che faceva pedinare la figlia
Il legale affida all'ex poliziotto Carmine Gallo e ai suoi collaboratori "il compito di seguire la propria figlia in Albania, tenerla sotto controllo affinché non le succeda nulla e raccogliere informazioni sul soggetto albanese". Per eseguire al meglio l'incarico e tranquillizzare il padre in ansia "il gruppo di via Pattari si avvale di un'altra persona, A.J., che organizzerà un'apposita squadra in Albania".
Tutta la vicenda è oggetto di diverse conversazioni. "Non è dato sapere se anche nell'operazione vi siano profili di illiceità penale, giacché bisognerebbe verificare quanto accaduto realmente in territorio albanese dove, stando a quanto riferito da A.J.nelle conversazioni, sarebbero stati coinvolti appartenenti alle forze di polizia di quel Paese (non si sa se a titolo gratuito od oneroso) e l'uomo monitorato sarebbe stato 'in qualche modo' arrestato".
A.J riferisce che l'arresto sarebbe avvenuto "perché gli abbiamo trovato una carta d'identità che non aveva... che era falsificata, quindi abbiamo trovato la scusa insomma per mandarlo dentro perché l'hanno ripreso tre volte. Gli hanno detto di mollare, di smettere, poi la figlia dell'avvocato mi ha scritto dicendomi 'guarda che questo mi ha scritto da un altro numero allora ho chiamato giù ho detto o lo mettete dentro o trovate il sistema che questo non rompe più le palle'". Dopo questo episodio, ricostruiscono gli inquirenti, l'avvocato "si rende responsabile di gravi violazioni di natura penale (accesso abusivo a sistemi informatici) al fine di ottenere illecitamente e indebitamente documenti sanitari che riguardano la controparte in una causa".