Comunione e Liberazione, Don Carron e le vere motivazioni dietro le dimissioni

“La responsabilità del movimento e dell’incontro con Cristo è personale e non è mai delegabile a una organizzazione”

Di Marco Palmisano*
Julián Carrón
Cronache
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Don Carron, dopo le dimissioni nessuna sfida a schieramenti interni 

Nel pomeriggio di ieri, i circa 40mila iscritti alla Fraternità di Comunione e Liberazione hanno ricevuto sulla casella della propria posta elettronica la lettera di don Julian Carron che annuncia le proprie dimissioni dalla Presidenza. Il fatto è a seguito e in ottemperanza alla recente richiesta esplicitamente rivolta da Papa Francesco non solo a CL, ma a tutti i movimenti e le associazioni cattoliche, che devono rinnovare i propri vertici, adottando meccanismi e prassi di democrazia interna più trasparenti e periodiche.

Don Carron ringrazia tutti gli appartenenti a CL per aver avuto l’onore della loro guida in tutti questi lunghi 16 anni (dalla scomparsa del fondatore Don Luigi Giussani avvenuta nel febbraio del 2005) e conclude dicendo “Questo mio gesto porterà ora ciascuno ad assumersi in prima persona la responsabilità del carisma”

Questa frase è stata interpreta da tutti i media, Corsera in primis, leggendo nelle parole del presule dimissionario una velata forma di sfida a presunti schieramenti interni. Niente di più errato. Don Carron per l’ennesima volta non fa nient’altro che ridire con forza quanto già don Giussani ripeteva a tutti i suoi figli, che “La responsabilità del movimento e dell’incontro con Cristo è personale e non è mai delegabile a una organizzazione”.

Questo è il motivo vero e profondo per cui anche in Cl ora partirà di nuovo a soffiare più libero il carisma di Don Giussani, a vantaggio di tutti coloro che nell’incontro con il fatto cristiano hanno avuto la grazia di trovare una modalità di autentica Comunione e liberazione umana. I 40mila ciellini che saranno chiamati all’elezione del successore lo sanno bene.

*Presidente Club Santa Chiara

 

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