Conclave: Parolin come Pacelli: un Papa diplomatico tra Washington e Pechino
Pietro Parolin sulle orme di Pio XII, Giacomo Della Chiesa e Benedetto XV
Cardinale Pietro Parolin
Conclave: Parolin come Pacelli: un Papa diplomatico tra Washington e Pechino
Già in altre occasioni la Chiesa ha preferito un Papa di estrazione diplomatica in tempi di guerra: ed è questo che fa riflettere se si pensa alla figura di Pietro Parolin, l’attuale Segretario di Stato vaticano e indicato come papabile. La sua vicenda in Conclave ricorda molto quella di Eugenio Pacelli poi divenuto Pio XII, il Principe di Dio (1939-1958) e quella di Giacomo Della Chiesa, ossia Benedetto XV (1914-1922). Ecco che cosa li accomuna.
Sono tutti e tre Papi di guerra
Francesco ha parlato di una Terza guerra mondiale a pezzi: Parolin è un diplomatico di carriera che ha avuto esperienza sia in America Latina che nella conclusione degli accordi tra Santa Sede e Vietnam, ma anche con la Cina. Non possiamo parlare di perfetta sintonia col suo predecessore che anzi sulla guerra in Ucraina ha scelto e inviato Matteo Zuppi, l’Arcivescovo di Bologna, il quale non ha risolto granché; resta il fatto che Parolin è sempre stato lì, a lavorare con discrezione e preparazione, leggendo con attenzione i dossier. L’uomo era già in contatto con gli americani, ci parlava ed era considerato un buon contatto (basta vedere i cablo di Wikileaks), a Donald Trump uno così potrebbe andare bene. Sarebbe un Papa diplomatico pronto a tessere accordi in tutto il mondo, capace di restituire peso alla Chiesa nel mondo soprattutto smorzando le polemiche con Washington e puntano i fari anche sulla Cina, con cui la Santa Sede ha un rapporto non facile. Il suo prestigio lo aiuterebbe in Europa, recuperando il Vecchio Continente all’attenzione della Chiesa (Francesco era meno interessato). Ecco perché potrebbe essere l’uomo giusto al momento giusto.
Pacelli, il Papa dei silenzi
Un discorso simile si potrebbe fare – per analogia – con Pio XII. Pacelli era il Segretario di Stato di Pio XII, parlava molto bene il tedesco ed era stato a lungo Nunzio (ambasciatore) papale in Germania prima di essere chiamato in Segreteria di Stato a Roma. Diplomatico di lungo corso, lo chiamavano “cardinale volante” perché negli anni ‘30 attraversò mezzo mondo viaggiando per conto del suo predecessore. Eletto Papa il 2 marzo del 1939, quando Adolph Hitler e le sue armate già terrorizzavano l’Europa (pensate ai Sudeti), mentre la Guerra di Spagna volgeva al termine, Pio XII sceglie il nome del predecessore che di lui diceva: “Ciò che il Segretario di Stato dice è quanto io penso”. Per dire la sintonia.
Pio XII è stato colpito dall’accusa di presunti silenzi sulla Shoah e sull’uccisione in maniera industriale di sei milioni di ebrei nelle camere a gas hitleriane. Per gli Alleati era troppo debole, per i nazisti troppo forte, nel denunciare gli orrori dei lager: su questo aspetto gli storici stanno lavorando ancora sulla base dei documenti custoditi nell’Archivio segreto vaticano post 1939. Pacelli è il Papa della scomunica ai comunisti nel 1949, tuttora in vigore; è l’uomo che chiude le porte del Vaticano ad Alcide De Gasperi nel 1951 quando De Gasperi non vuole ammettere il Movimento Sociale Italiano nella Giunta comunale romana. Grande accentratore, muore nel 1958. Dopo di lui arriverà un altro diplomatico di carriera venuto dalla nobiltà dei campi, Giovanni XXIII.
Della Chiesa, l’uomo dell’“inutile strage”
Chiudiamo questa carrellata di Papi diplomatici con Benedetto XV (1914-1922): Giacomo della Chiesa, genovese classe 1854, sacerdote dal 1878, anch’egli diplomatico in servizio a Madrid nel 1883 come segretario dell’allora Nunzio apostolico Mariano Rampolla del Tindaro (siciliano, oggetto del “veto” posto dagli Asburgo al Conclave del 1903), in Segreteria di Stato come Sostituto nel 1887 quando Leone XIII chiama Rampolla del Tindaro alla guida della Segreteria di Stato. Ci resta pure con il successore di Rampolla, Rafael Merry del Val, sotto San Pio X (1903-1914) che però lo manda Arcivescovo a Bologna nel 1907. Sarà eletto Papa nel 1914, e nel 1917 chiederà alle potenze in guerra di porre fine all’“inutile strage” della Prima guerra mondiale. Vedete voi se ci siano o no somiglianze con un potenziale Papa di nome Pietro Parolin.