Concordia, Schettino potrebbe ottenere la semi libertà. Il padre di una vittima: "Assurdo, merita 32 ergastoli”

Il comandante domani potrebbe ottenere la semi-libertà, la rabbia dei familiari delle vittime

di redazione
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Concordia, Schettino potrebbe uscire dal carcere da domani. Il grido di dolore dei familiari delle vittime

Sono passati 13 anni dalla tragedia della Costa Concordia all'isola del Giglio, una vicenda drammatica costata la vita a 32 persone. Nel 2017 la Cassazione ha confermato la condanna a 16 anni e un mese di reclusione del comandante Francesco Schettino per omicidio colposo plurimo, naufragio colposo e abbandono della nave. Ma per Schettino domani, dopo 8 anni, potrebbe già scattare la semilibertà. Il tribunale di Sorveglianza di Roma si esprimerà sulla richiesta avanzata dalla sua legale: "Mi auguro che vinca non il mio assistito ma il diritto". La notizia però non è passata inosservata e i familiari delle vittime protestano. Giovanni Girolamo ha perso suo figlio in quella tragedia. Giuseppe è una delle 32 vittime, aveva lasciato il proprio posto sulla scialuppa a una madre e ai suoi bambini.

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"Il mio giudizio sulla semilibertà a Schettino? Totalmente negativo. I giudici – tuona il padre di Giuseppe, Giovanni Girolamo a La Stampa – non dovrebbero concedere la semilibertà a Schettino. Per me è un uomo che dovrebbe stare in galera per 32 ergastoli, quante sono le vittime della Costa Concordia". "Mio figlio ha fatto quello che avrebbe dovuto fare Schettino. È morto per salvare altre vite, lo ha fatto anche se non era il comandante della nave. Il suo comportamento è stato diametralmente opposto a quello di Schettino, mio figlio ha fatto la cosa giusta".

"Mio figlio - conclude il padre di Giuseppe - non tornerà mai più. Sarebbe più giusto che Francesco Schettino restasse in galera, per rispettare la memoria delle 32 vittime, non solo quella di mio figlio. Scarcerarlo sarebbe un insulto, un’offesa per chi ha perduto i suoi cari in quella tragica notte. Per colpa di un comandante che non ha fatto ciò che doveva fare".

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