Concorso magistratura, promossi solo 88 su 1500: "Non sanno scrivere"
Un dato allarmante che conferma i precedenti del passato. Il Csm chiederà alla Guardasigilli di rivedere la normativa concorsi
Roma, concorso magistratura choc: quasi tutti bocciati, "non sanno scrivere". "Rivedere la normativa"
Dalla correzione dei compiti per il concorso da 310 posti, svoltosi dal 12 al 16 luglio 2021, su 5.827 candidati hanno consegnato il test 3.797, ma la maggior parte è stata “bocciata” alla prova scritta. Al 2 dicembre le buste esaminate sono state 1532 e a risultare idonee sono stati solo 88 scritti. Si tratta di un dato che ricalca quello di anni precedenti, e il relativo giudizio in merito a scarse doti di scrittura degli aspiranti magistrati: "Non sanno scrivere". Si parla di "lacune tecniche", ma anche di "carenze grammaticali". Così l'elevato numero di respinti rallenta la selezione alla professione. In vista di questi dati vien da pensare che il "Concorsone" per 500 nuove toghe, che entro settimana uscirà in Gazzetta, rischia di rimanere un'utopia.
In risposta agli esiti choc il Csm chiederà, con una specifica risoluzione, alla Guadasigilli Cartabia di rivedere la normativa per i consorsi. Dopo un anno di prove da remoto i consiglieri spingono per il ritorno stabile al test scritto. E sarà inoltre richiesto un confronto sul ritorno dell'accesso alla professione sottoforma di concorso di primo grado, con l'aggiunta ai 10 mila magistrati attuali di altri mille.
Un campanello d'allarme non nuovo. Cartabia al lavoro su nuovo sistema
Il dato allarmante, che rispecchia casi precedenti, si collega alle reiterate richieste mosse dalla ministra Cartabia a rivedere la formazione dei candidati. All’apertura del nuovo anno della Scuola della magistratura di novembre, davanti al presidente della Repubblica Mattarella, Cartabia diceva: "Affido alla vostra riflessione la formazione degli aspiranti magistrati. Troppe volte i concorsi per l’accesso alla magistratura non riescono a selezionare neppure un numero di candidati sufficienti a ricoprire tutte le posizioni messe a bando". "A dieci anni dall’istituzione della Scuola superiore della magistratura", continua Cartabia, "in un tempo di bilanci, valutazioni e prospettive forse si può avviare una riflessione pure su quest’ulteriore capitolo, che riguarda direttamente il rapporto con le nuove generazioni, la trasmissione di un sapere, di una esperienza e di un’arte - l’arte del giudicare - a chi verrà dopo di noi". Intanto la ministra è al lavoro su un nuovo sistema di accesso in magistratura, che seguirà a quello lanciato 11 anni fa, quando è stata soppressa la possibilità di presentarsi al concorso subito dopo il corso di laurea, con l'inserimento di due anni obbligatori.