Contro divisioni e totalitarismi: Gorizia e Nova Gorica riunite per essere Capitale europea della cultura 2025

Che cosa ci lascia dentro la Giornata europea di commemorazione delle vittime di tutti i regimi totalitari e autoritari? Il commento

di Luigi Trisolino*
Cronache

Per ricordare l'orrore culturale dei totalitarismi di varia estrazione politica bisogna fare un salto anche a Gorizia e a Nova Gorica. Il commento 

Cosa ci lascia dentro il 23 agosto, ai tempi dello Stato umanista di diritto costituzionale? Il 23 agosto, ogni anno, deve insegnarci che la democrazia liberale è come l'aria. Purtroppo ci si accorge di essa soltanto quando inizia a mancare. Dovremmo accorgercene più spesso, senza dubbio, poiché senz'aria così come senza liberaldemocrazia gli esseri umani e le società muoiono. Ce lo insegna empiricamente la storia.

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Ogni 23 agosto, a partire dal 2008 per volontà delle istituzioni europee, si celebra la Giornata europea di commemorazione delle vittime di tutti i regimi totalitari e autoritari, nota anche come Giornata europea della memoria per le vittime dello stalinismo e del nazismo. Il 23 agosto è stato scelto per la coincidenza con la data della firma del Patto Molotov-Ribbentrop del 1939, con cui URSS e Germania nazista dividevano determinati Paesi in sfere d'influenza sovietica e sfere d'influenza tedesca.

La cultura liberaldemocratica, invece, unisce e non divide. Unisce nelle diversità gli individui e i popoli, all'insegna di modelli sociali aperti di libero mercato equamente concorrenziale, strumento delicato di un benessere largamente accessibile, senza dogmi e con tanto dinamismo.

Per ricordare l'orrore culturale - e cultuale - dei totalitarismi di varia estrazione politica bisogna fare un salto anche a Gorizia e a Nova Gorica, sul confine italo-sloveno. Dire di andare ad Auschwitz è essenziale, ma sarebbe scontato ed è già ampiamente praticato da scuole e da associazioni, grazie al cielo (e grazie al percorso delle coscienze civiche).

Perché Gorizia? Gorizia è stata vissuta come una città "divisa in due": questa divisione, avvenuta nel 1947, fu tutta politica. Si stabilì infatti che il confine tra l’Italia e la allora neonata Jugoslavia doveva attraversare proprio questa città. Venne eretto il c.d. "muro di Gorizia".

Il dittatore comunista Tito, inizialmente affratellato al regime totalitario sovietico e poi fautore di una pseudo-terza-via ugualmente autoritaria e illiberale, costruì quindi Nova Gorica che doveva fungere da contraltare jugoslavo di Gorizia. Oggi la riunificazione dei due territori è fortemente voluta da un'Unione Europea che mette in sinergia le diversità.

Oggi a Nova Gorica ci andiamo in vacanza a giocare ai casinò. La italiana Gorizia e la slovena Nova Gorica sono state nominate insieme (sì, insieme) Capitale europea della Cultura 2025, e riceveranno fondi per progetti di integrazione europea come la pista ciclabile transfrontaliera.

Contro ogni forma di regime totalitario ricordiamoci di restare uniti, anche al di là delle proprie storie personali. Un passo liberale in questa direzione internazionale è stato compiuto dal governo italiano di destra-centro insieme allo Stato albanese, dove attualmente è leader politico maggioritario il socialista democratico Edi Rama.

Al di là del merito e dei contenuti dell'accordo sulla gestione di alcuni flussi migratori, condivisibile o meno a seconda delle diverse sensibilità, la scelta di cooperare al di là delle bandiere di appartenenza è una scelta saggia per la salute liberaldemocratica internazionale. Così, a presidio della medesima salute sul piano europeo, ottima è stata la scelta dell'UE di unire Gorizia e Nova Gorica nella nomina di Capitale europea 2025.

Continuiamo a coltivare nuovi esempi di questi tipi, anti-totalitari e anti-divisivi, sempre più. Instancabilmente. Affinché il 23 agosto di ogni anno abbiano sempre da lanciare nuove sfide oltre i recinti del già visto. Così ogni giorno sia (come) 23 agosto.

*Giornalista, Specialista legale della Presidenza del Consiglio dei ministri, dottore di ricerca in "Discipline giuridiche storico-filosofiche internazionali", avvocato e scrittore

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