Corona, perquisizione alle 3 di notte: scatta l'ira. La rubrica "interessante"
Mancavano due mesi alla fine dell'affidamento terapeutico in detenzione domiciliare, ora per lui rischia di cambiare tutto. Dettagli sulla trattativa
Fabrizio Corona, ecco cosa rischia il fotografo dei vip per la "tentata ricettazione"
Fabrizio Corona è stato iscritto nel registro degli indagati per la vicenda che ha portato all'arresto di un politico e un carabiniere di Mazara del Vallo, accusati di aver cercato di offrire al fotografo dei vip file riservati sulla cattura di Messina Denaro, un falso scoop, visto che molti di questi documenti si sono rivelati falsi. L'indagine arriva - si legge sul Corriere della Sera - quando a Corona mancavano due mesi alla fine dell’affidamento terapeutico in detenzione domiciliare. Ottenuto per curarsi dai disturbi psichiatrici.
Ma il blitz dei carabinieri alle 3 di mattina nella sua abitazione milanese per la perquisizione ordinata dalla procura di Palermo rischia di cambiare tutto. Secondo l’accusa Corona avrebbe messo in contatto il maresciallo Luigi Pirollo e il consigliere di Mazara del Vallo Giorgio Randazzo con il direttore di MowMag Moreno Pisto. Il quale però ha dichiarato ai magistrati che Corona era d’accordo nel denunciare. Al fotografo gli inquirenti contestano il reato di tentata ricettazione. "Un'ipotesi che definire una fantasia è un eufemismo", sostiene il suo legale.
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Quando i carabinieri - prosegue Il Corriere - hanno bussato alla sua porta, l’avvocata Cristina Morrone l'ha convinto a calmarsi per evitare un eccesso d’ira. Pisto, il direttore di MowMag a cui avrebbero dovuto vendere lo scoop scagiona Corona: "Io so - spiega Pisto - che quando gli ho annunciato le mie intenzioni mi ha detto che facevo bene a dire la verità". La trattativa, sostiene il direttore di MowMag, è durata "poco, ma poi abbiamo continuato ad avere contatti con Randazzo (il consigliere comunale coinvolto nella vicenda e finito ai domiciliari col carabiniere che materialmente aveva trafugato i file segreti dal server dell’Arma) per capire dove volesse andare a parare. E comunque l’agenda inserita nei file che avremmo dovuto acquistare pareva interessante". Pisto si riferisce alla rubrica sequestrata dal Ros dopo l’arresto di Messina Denaro che conteneva nomi di "persone che contano", secondo lui. In realtà dalle indagini è venuto fuori che l’agenda era del geometra Andrea Bonafede. Ovvero l’uomo che ha prestato l’identità al padrino. I numeri trascritti erano solo di suoi contatti.