Covid, casi record da inizio pandemia in Italia: quota 44.595
Il bollettino nazionale con i dati del Ministero della Salute del 23 dicembre 2021
Covid, record di casi dall'inizio della pandemia: 44.595. Il precedente record risale al novembre dello scorso anno
Sono 44.595 i nuovi casi positivi al Covid in Italia. Mai così tanti dall'inizio della pandemia (febbraio 2020). Il precedente record risale al 13 novembre dello scorso anno, quando i casi furono 40.902.
Ieri i casi di positività al coronavirus erano stati 36.293. 'Boom' di tamponi, 901.450 processati (ieri 779.303) con un tasso di positività in crescita al 4,9% (+0,3%). In risalita il numero dei morti, 168 (ieri 146) per un totale di 136.245 vittime. Prosegue anche la crescita dei ricoveri ordinari che sono 178 in più rispetto a ieri (+163) per 8722 complessivi. In crescita le terapie intensive: 1023 i pazienti (+13 rispetto a ieri) con 93 ingressi al giorno. E' quanto emerge dal bollettino quotidiano del ministero della Salute.
La regione con l’incremento maggiore di casi è sempre la Lombardia con 12.913 positivi nelle ultime 24 ore. Seguono il Veneto, con 5.023 casi, il Piemonte con 4.304 casi e la Campania con 3.599 casi. Il totale degli attuali positivi è di 430.029 persone (+27.300), di cui 420.284 in isolamento domiciliare. Mentre salgono a 4.950.780 i dimessi guariti dal Covid (+17.117).
Bassetti: con Omicron inizia fase convivenza col virus
"È probabile che nel giro di due o tre settimane avremo il 100% di Omicron. Non vuol dire avere qualcosa di peggiore, bensì di migliore. Significa entrare in quella fase di convivenza che non può essere fatta di restrizioni ma di consapevolezza degli strumenti con cui difenderci". Sono le parole di Matteo Bassetti, infettivologo al San Martino di Genova, intervenuto a Metropolis, il podcast di Repubblica condotto da Gerardo Greco. “Dobbiamo uscire dalla gestione emergenziale della adinamia per una gestione quotidiana dell’endemia", ha spiegato Bassetti, "questo è quello che ci dirà il 2022 e che ci porterà Omicron".
“La terza dose è la via giusta", ha aggiunto l'intettivologo, "anche due danno protezione. La Omicron molto probabilmente contagerà molte persone, i non vaccinati dovranno fare tanta attenzione, però sembra essere meno aggressiva. Ci porterà verso la vera e propria convivenza con il virus”. Infine: “Il tampone rapido per sentirmi sicuro di abbracciare il nonno a Natale lo eviterei, i rapidi hanno una quantità di falsi negativi importanti. Dobbiamo affacciarci al 2022 credendo di uscire dalla pandemia, il modo è ridurre significativamente i tamponi. Non possiamo pensare che quando c’è un individuo positivo mettiamo in isolamento 20 persone. In caso di tanta gente contagiata rischieremmo di avere, tra quarantene e isolamento, un Paese immobilizzato”.