Covid, Gdf: il ministero della Salute sfalsò i risultati della analisi tamponi

"Provvedimenti inefficaci e non chiari". La relazione della Gdf sul ministero

Cronache

Covid: Gdf, ministero sfalsò risultati analisi tamponi

Il ministero della Salute provocò "uno sfalsamento dei risultati dell'analisi dei tamponi". E' quanto si legge nella relazione della Guardia di Finanza che e' tra gli atti depositati con la chiusura dell' indagine della Procura di Bergamo in cui sono indagati anche l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. "Sin dalle prima fasi, il ministero della Salute ha emanato provvedimenti che mal si conciliavano col principio di efficienza e chiarezza - e' la considerazione -. Cio' ha comportato uno sfalsamento dei risultati dell'analisi dei tamponi visto che occorreva attendere almeno un giorno per avere conferma dell'esito".  

Questo perche', spiegano le Fiamme Gialle, il ministero aveva previsto con delle circolari "la subordinazione dell'accertamento di un tampone positivo alla validazione dell'Iss che ha comportato di fatto l'allungamento delle tempistiche anche per l'assunzione di misure che mitigassero gli effetti dell'epidemia, senza tralasciare il fatto che tra febbraio e marzo 2020 i tre laboratori lombardi erano subissati dal lavoro per cui trasmettere a Roma il campione positivo per la validazione dei campioni da parte dell'Iss e' certamente da considerarsi poco efficiente". Cosi' "sino ai primi giorni di marzo il campione veniva inviato con un'auto di servizio dei Nas all'Iss per la validazione come se il Sacco di Milano o il laboratorio di Pavia non fossero in grado di processare un tampone, come poi e' avvenuto senza peraltro che mutassero i parametri e la valutazione dei laboratori".  

Covid: Gdf, ministero aveva mappatura sbagliata posti letto 

Dalla relazione della Guardia di Finanza di Bergamo emerge anche che "il ministero della Salute aveva un'errata mappatura dei posti letto, compresi quelli in terapia intensiva". Questo sarebbe dimostrato dalle considerazioni della dottoressa Flavia Petrini, dell'Universita' di Chieti, "che informava Brusaferro sul problema" "Stiamo cercando di elaborare una verifica 'piu' reale - e' la comunicazione dell'accademica - rispetto a quella resa disponibile dal ministero della mappatura di Terapia Intensiva. Quella attinente al 2018 pubblicata contiene infatti sia Unita' non esistenti in alcuni istituti di cura che posti letto in numero diverso sulle Unita' rilevate".

Covid, Crisanti: “A ospedale Alzano mascherine kit anti-incendio”

Per "sopperire" alla carenza di mascherine chirurgiche e di Ffp2, nei giorni successivi al 23 febbraio 2020, agli operatori sanitari dell'ospedale di Alzano Lombardo è stato suggerito e data l'autorizzazione "a utilizzare le mascherine dei kit anti-incendio presenti" nei reparti. Lo riporta la consulenza di Andrea Crisanti depositata ai pm Bergamo nell'indagine sulla gestione del Covid in Val Seriana in cui tra gli indagati ci sono l'ex premier Conte e l'ex ministro Speranza. Dalle chat risulta che il personale "è stato istruito a riutilizzare" le Ffp2, "procedura contraria a ogni principio di sicurezza e prevenzione".

Conte a pm Bergamo, mai avuto in mano bozza su zona rossa

"Il fatto che il 5 marzo 2020 la bozza fosse già sottoscritta dal Ministro Speranza mi è stato riferito successivamente, credo dai miei collaboratori. Il documento firmato non è mai stato nelle mie mani". Lo ha spiegato il 12 giugno 2020 ai pm di Bergamo l'allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sentito come persona informata sui fatti nell'indagine sulla gestione della prima ondata di Covid in Val Seriana. L'ex premier ha risposto a una domanda sul decreto per istituire la zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo di cui Speranza lo aveva informato. Il provvedimento fu firmato solo dall'allora ministro e non entrò in vigore.

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