Crac Veneto Banca, Consoli condannato: 4 anni di reclusione per l'ex Ceo
L'ex ad accusato di ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto sul crac della banca. Disposta la confisca del patrimonio personale fino a 321 milioni di euro
Veneto Banca, l'ex amministratore delegato Consoli condannato a quattro anni
Vincenzo Consoli, ex amministratore delegato di Veneto Banca, è stato condannato a quattro anni di reclusione dal tribunale di Treviso. Consoli era accusato dalla Procura della Repubblica di ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto, oltre al reato di aggiotaggio, nel frattempo prescritto, in relazione al crac dell'istituto montebellunese, liquidato e passato a Intesa Sanpaolo nel giugno del 2017.
I pm Massimo De Bortoli e Gabriella Cama avevano chiesto, il 20 gennaio scorso, una pena a sei anni di reclusione, ritenendo le circostanze aggravanti prevalenti sulle attenuanti per la scarsa collaborazione all'accertamento della verità. La difesa, rappresentata da Ermenegildo Costabile, aveva chiesto l'assoluzione per tutti i capi d'imputazione per l'insussistenza dei capi d'accusa e, in subordine, perche' gli stessi non costituiscono reato.
Consoli, nella lettura del proprio legale, sarebbe stato sottoposto a un trattamento "particolarmente aggressivo" da parte degli ispettori di Banca d'Italia, per essersi opposto al disegno di fusione di Veneto Banca con la Banca Popolare di Vicenza. Per Consoli è stata anche disposta la confisca del patrimonio personale fino a 321 milioni di euro. Dovrà inoltre provvedere alla liquidazione di una provvisionale per le parti civili Banca d'Italia per 150 mila euro, Consob per 70 mila euro, e delle altre parti non istituzionali per un valore pari al 5% del prezzo d'acquisto delle azioni e delle obbligazioni fino ad un massimo di 20 mila euro.
Per Ermenegildo Costabile, difensore dell'ex amministratore delegato di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, condannato oggi dal tribunale di Treviso alla pena di 4 anni di reclusione, "una sanzione così bassa ha un significato particolare e potrebbe essere una soluzione di compromesso ma non ci appaga", ha detto oggi al termine dell'ultima delle 33 udienze del processo nei confronti del top manager dell'ex istituto popolare. "In appello - ha concluso - avremo qualche soddisfazione in più".