Crack Coop friulane: dalla Regione altri aiuti ai soci che hanno perso tutto

Dopo anni di battaglie i soci prestatori delle coop friulane si vedono rimborsate parte delle perdite ma gli azionisti perdono tutto

di Antonio Amorosi
Cronache
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Le perdite dei risparmi e gli aiuti dopo anni. Il prestito sociale alle coop scambiate per banche

Ricordate il rovinoso crack delle antiche coop di Trieste, Istria e Friuli e della Carnia che mise sul lastrico migliaia di soci che avevano deposito i risparmi di una vita nelle cooperative? Una buona notizia per loro, dopo fallimenti, liquidazioni, cause, drammi sociali, perdite inimmaginabili, proprietà immobiliari accumulate in un secolo e vendute a un battito di ciglia, opacità ma anche tante proteste condotte da masse di anziani e soci che per settimane si presentavano nelle piazze perché si sentivano traditi.

In questi giorni la Regione Friuli Venezia Giulia ha versato, a titolo di ristoro, sui conti correnti dei soci prestatori una parte delle somme rimanenti, avendo erogato 17 milioni di euro per il crack. L’ente guidato da Massimiliano Fedriga (Lega) è intervenuto dopo altri ristori e aiuti nei confronti di migliaia di cittadini che avevano equiparato le coop a alle banche e perso molti dei risparmi di una vita. Un dramma che ha scosso il tessuto sociale locale.

La Regione non richiedeva una soglia di reddito da dimostrare per poter essere aiutati. “L’ammontare del ristoro è determinato”, c’è scritto nell’avviso, “nella misura del 10% dell’importo del credito risultante dall’elenco dei creditori ammessi alla procedura concorsuale di “Cooperative Operaie di Trieste, Istria e Friuli – Soc. Cooperativa”; nella misura del 25% dell’importo del credito risultante dall’elenco dei creditori ammessi alla procedura concorsuale di “Coopca-Società Cooperativa Carnica di Consumo. Non si procede al ristoro nel caso in cui, in applicazione delle percentuali di cui alle lettere a) e b) del comma stesso, l’ammontare del ristoro risulti inferiore a 100 euro”.

In sostanza i soci prestatori di CoopCa e Coop Operaie dovevano dimostrare di avere un minimo di 100 euro versati sul libretto della cooperativa fallita e, particolare non irrilevante, essere residenti in Friuli Venezia Giulia. Così dopo anni di proteste di un gruppo di soci di Coopca che si sono attivati, tra cui il portavoce Alberto Barazzutti, si arrivati a un risultato concreto.

Dei soci prestatori della Coopca hanno fatto richiesta circa 1500 persone su 1900 aventi diritto. I prestatori di Coopca erano in totale circa 3200. A questi vanno sottratti coloro che possedevano somme inferiori ai 100 euro e i soci residenti fuori regione. La residenza fuori regione veniva richiesta da quando è stato istituito il fondo, cioè agosto 2021. Invece per Coop Operaie avrebbero fatto domanda circa 5000 soci sui 17.000 presenti al momento del crack. Ma i numeri sono in via di aggiornamento.

Tecnicamente è stato emesso dalla Regione Friuli un fondo di ristoro non di indennizzo: hanno praticamente dato dei contributi al reddito.

C’è da evidenziare che dei 17 milioni impegnati 7 non sono stati utilizzati e non verranno ridistribuiti ulteriormente. La somma tornerà a disposizione in avanzo di amministrazione.

La scelta di rimborsare i soci prestatori, non gli azionisti, rientrerebbe in una sorta di logica di carattere sociale, venendo incontro alle fasce più deboli della società.

Il Friuli Venezia Giulia è stata prima Regione italiana a istituire un fondo di ristoro per i risparmiatori delle cooperative e le Camere di commercio della Venezia Giulia e di Pordenone-Udine sono diventate il braccio operativo dell’operazione.

La cifra erogata va a sommarsi al contributo arrivato da Coop Alleanza 3.0 e dal mondo delle cooperative che per i soci avevano già coperto circa il 50% del buco. Un’altra somma pari a circa il 10% del crack è arrivata dal concordato verso i soci. Di fatto il crack è stato coperto per una cifra leggermente inferiore al 90% delle perdite di CoopCa e per il 79% per Coop Operaie ma le percentuali sono in via di definizione.

Il percorso vale però solo per i soci prestatori di denaro non per gli azionisti delle cooperative friulane che hanno perso tutto.

Gli azionisti di CoopCa non hanno avuto alcuna risposta per una perdita ammontante intorno ai 7 milioni di euro. 250 dei 3.200 soci di CoopCa risultavano azionisti e detentori di un considerevole numero di azioni.