D'Alema "schedato" dalla Digos di Napoli. Nel mirino aerei e navi in Colombia

L'informativa: "Si avvantaggiò di una rete politico istituzionale per un tornaconto personale"

Di Redazione Cronache
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D'Alema e quegli affari in Colombia

Massimo D'Alema in un'informativa della Digos di Napoli. Lo scrive il Fatto Quotidiano, riportandone lo stralcio: "Massimo D’Alema ha un modus agendi che si avvantaggia di una rete relazionale composta prevalentemente da un nucleo di persone stabilmente inserite nella vita pubblica e privata con legami radicati nel mondo politico-istituzionale che operano nel contesto simbiotico di un reciproco tornaconto personale”.

Si tratta appunto di un’informativa del 28 novembre 2022 che definisce "l’azione dell’ex premier ed ex ministro degli Esteri nel corso delle trattative per le forniture militari di Leonardo e Fincantieri in Colombia. Affari mai conclusi ma che sono costati a D’Alema e ad altre sette persone un’accusa di corruzione da parte dei magistrati di Napoli", spiega il Fatto Quotidiano.

Secondo le accuse dei pm, così come riportate nel decreto di perquisizione del 6 giugno 2023, "D’Alema si sarebbe posto come “mediatore informale” nei rapporti con i vertici di Leonardo e Fincantieri per gli accordi con le autorità colombiane per le forniture. Indagati anche due consulenti del Ministero degli Esteri della Colombia, i quali secondo i magistrati si sarebbero resi disponibili a promettere e offrire a pubblici ufficiali colombiani circa 40 milioni di euro, la metà della provvigione (da 80 milioni)", sostiene il Fatto.

Aggiunge il Fatto Quotidiano che "alla fine del rapporto, la Digos concludeva benevolmente che le dinamiche erano «opache» ma potevano essere ricondotte nella categoria di «regolari scambi commerciali»

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