Dart, negli Usa la prima missione spaziale per deviare un asteroide

Entro l'autunno 2022 lo schianto della navicella e l'esito del test sulla tecnica dell'impatto cinetico a scopo di difesa planetaria

Dart, il primo test di difesa planetaria su vasta scala , che dimostra un metodo di tecnologia di deviazione degli asteroidi
Cronache
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Usa, missione Dart: il primo tentativo di deviare un asteroide in caduta sulla Terra. Lanciata dalla Nasa navicella spaziale alta meno di 20 metri

Alle 7.20 di smatattina (ora italiana) Dart è stato lanciato all’interno di un Falcon 9 di SpaceX di Elon Musk, dalla base spaziale Vandberg in California. Si tratta del primo tentativo nella storia spaziale di deviare un asteroide. L'obiettivo di Dart è infatti schiantarsi contro Dimorphos, asteroide lunare largo 160 metri, per verificare se l’impatto può alternarne tragitto e velocità. Dimorphos non rappresenta una minaccia per il nostro pianeta, ma la missione di Dart fornirà elementi di studio per capire se, in caso di un asteroide realmente pericoloso per la Terra, questa potrebbe essere la strategia vincente.

L’esperimento costa 325 milioni di dollari, e se desse esito positivo significherebbe aver trovato il modo di proteggere il nostro pianeta dalle conseguenze devastanti dell’impatto di un corpo celeste: basta che un asteroide di quelle dimensioni raggiunga l’atmosfera per esplodere con la potenza di più bombe nucleari messe insieme, provocando decine di migliaia di morti e conseguenze ambientali catastrofiche. 

Schiantandosi su Dimorphos alla velocità di 6,6 chilometri al secondo, Dart lo rallenterà di un millimetro al secondo alterandone la traiettoria: è quanto dovrebbe bastare a tenerlo lontano da noi. Dimorphos non viaggia in solitario, ma fa parte di un sistema binario insieme a un altro asteroide lunare, Didymos, alto 780 metri, più del doppio della Torre Eiffel. “In realtà – spiega Tom Statler, che ha programmato la missione Nasa – quello che ci preme di più è prevenire le collisioni con gli asteroidi delle dimensioni di Dimorphos, che sono quelli con maggiori probabilità di venirci addosso”. Per sapere se Dart avrà fatto il suo dovere servirà pazienza: la navicella spaziale intercetterà l’asteroide non prima di settembre 2022, a quasi 11 milioni di chilometri di distanza dalla Terra.

Asi, su Dart un "inviato speciale" italiano

Dart è la prima missione di difesa planetaria della Nasa che trasporta al suo interno il satellite LICIACube realizzato da Argotec, in collaborazione e con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). LICIACube (acronimo di Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids), un gioiello tecnologico di soli 30x20x10cm e di circa 13 chilogrammi, è un progetto dell’ASI realizzato interamente negli stabilimenti della società Argotec di Torino, ed è il primo satellite costruito nel nostro Paese ad affrontare un viaggio nello spazio profondo. Mentre Dart impatterà contro l'asteroide LICIACube, rimanendo a distanza di sicurezza, avrà il compito di fotografare e acquisire i dati dell’impatto per verificare se l’asteroide devierà la sua traiettoria. Dart sarà quindi il primo test, in scala reale, della tecnica di impatto cinetico a scopo di difesa planetaria per la salvaguardia della Terra, qualora in futuro si creino situazioni di pericolo causate da oggetti celesti che intersecano l’orbita terrestre.

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La variazione del periodo di rivoluzione di Dimorphos intorno al suo più massiccio compagno roccioso verrà misurata nelle fasi immediatamente successive all’impatto e poi in maniera cumulativa per i mesi e gli anni successivi. In aggiunta a quanto rilevato da Terra, saranno le immagini acquisite da LICIACube a fornire elementi unici acquisiti in situ e nei momenti appena successivi all’impatto, rilevanti anche per la misura della deflessione orbitale.

Il team scientifico di LICIACube, tutto italiano, comprende ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), del Politecnico di Milano, delle Università di Bologna e Parthenope di Napoli, dell’IFAC-CNR di Firenze, ed è coordinato da Elisabetta Dotto (INAF). Nei mesi scorsi INAF ha coordinato con il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) una campagna di osservazioni spettroscopiche dell’asteroide Didymos che copre tutta la rotazione dell’oggetto. “Il piccolo cubesat LICIACube dell’Agenzia Spaziale Italiana – ha commentato il presidente ASI Giorgio Saccoccia – avrà un compito altamente sfidante in questa missione di difesa planetaria unica nel suo genere che aprirà la strada a molte altre missioni. Non è un caso che tale incarico sia stato affidato all’Italia – unico partner internazionale della missione – a conferma della solidità dei rapporti bilaterali tra NASA ed ASI e dell’affidabilità dell’industria nazionale e del team scientifico composto da enti di ricerca ed università italiane”. 

“Dopo circa due anni di lavoro, questa mattina è stato davvero suggestivo poter assistere alla partenza del microsatellite LICIACube completamente progettato e realizzato all’interno dei nostri stabilimenti di Torino – ha affermato David Avino, CEO di Argotec – La piattaforma satellitare di Argotec è tra le più avanzate tecnologicamente al mondo, in grado di operare nello spazio profondo garantendo elevate prestazioni nonostante le dimensioni ridotte. Siamo davvero orgogliosi di essere a bordo di una missione della NASA così ambiziosa e di futura utilità per la difesa planetaria. Il prossimo appuntamento è fissato per l’autunno 2022 quando, dal nostro centro di controllo di Argotec a Torino, supporteremo in tempo reale le attività del satellite: dal rilascio dalla sonda americana fino all’acquisizione di immagini ad alta risoluzione dell’impatto di Dart”.

LICIACube, 10 giorni prima dell’impatto, verrà rilasciata nello spazio ed effettuerà, in navigazione autonoma, un fly-by del sistema asteroidale avvicinandosi fino a circa 50 chilometri di distanza. Da quella distanza acquisirà immagini ad alta risoluzione del cratere e dei detriti generati dalla collisione, per consentire una valutazione completa degli effetti dell’impatto. 

Inoltre, i team scientifici italiani e americani utilizzeranno i dati acquisiti da Dart e LICIACube per investigazioni sulla natura e composizione dell’asteroide. L’insieme di immagini sarà acquisto da LICIACube attraverso due camere di bordo, denominate LUKE (LICIACube Unit Key Explorer) e LEIA (LICIACube Explorer Imaging for Asteroid). Il sistema di comunicazione in banda X di LICIACube trasmetterà poi le immagini a Terra nei mesi successivi alla collisione di Dart.

Sulla base di queste rilevazioni ottiche si potranno effettuare anche specifiche investigazioni scientifiche, che si aggiungono così ai risultati attesi dalla missione ai fini della Difesa Planetaria. ASI, tramite SSDC (Space Science Data Center), è anche responsabile della gestione dati e dello Science Operations Center: qui sono stati sviluppati i software in grado di gestire il flusso dei dati in maniera automatica, così da metterli a disposizione secondo uno standard internazionalmente riconosciuto e pensato per rendere il dato FAIR (Findable, Accessible, Interoperable, Reusable), anche grazie al webtool Matisse di SSDC.