Davigo, proprio tu: "I giudici bresciani non capiscono". Csm: "Grave attacco"

L'ex pm di Mani Pulite attacca le toghe bresciane

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Cronache

Davigo: "A Brescia le cose non sempre le capiscono"

«Non solo non ho commesso reati, ma ho fatto il mio mestiere: il segreto sarebbe stato se avessi detto al Csm “c’è un’indagine con questi nomi”, e non “guardate che a Milano non stanno facendo un’indagine”. Ma visto che a Brescia le cose non sempre le capiscono mi hanno condannato». Lo ha detto Piercamillo Davigo al podcast "Muschio Selvaggio" di Fedez. Per poi fare un paragone, citato dal Corriere della Sera: "Se un pescatore pesca un luccio di 15 chili e lo fotografano sul giornaletto di provincia, è il pescatore che fa protagonismo o il luccio che è grosso? Non do giudizi, ma nel mio caso io ero un luccio che dava lustro".

Il presidente della Prima Commissione del Csm Enrico Aimi definisce in una nota "imbarazzanti" le dichiarazioni di Davigo e afferma che è stata "predisposta una pratica a tutela di tutti i magistrati del capoluogo del distretto di Brescia".

Secondo Aimi, consigliere laico eletto in quota Forza Italia, “quanto affermato dal dottor Piercamillo Davigo nel corso dell'ormai nota intervista radiofonica, 'a Brescia le cose non sempre le capiscono, per questo mi hanno condannato', è un attacco all’autonomia e al prestigio della magistratura, nonché un atto denigratorio del lavoro svolto negli uffici giudiziari di Brescia, ancor piu inopportuno visto il giudizio pendente in corso. Sorprende che un magistrato, con così tanta esperienza alle spalle - aggiunge il laico del Csm e presidente della Commissione - rilasci dichiarazioni di questo tenore che non solo minano la credibilità dei giudici interessati, ma dell’intero ordine giudiziario".