Donna accoltellata dal marito, Bruzzone: "Narcisista inadeguato come Turetta"

Il caso di Sara Buratin assomiglia drammaticamente al femminicidio Cecchettin. A legarli la personalità del killer: parla la criminologa Roberta Bruzzone

di Eleonora Perego
Tags:
alberto pittarellobovolentafemminicidiopadovasara buratin
omicidio padova
Cronache

Sara Buratin accoltellata dal marito, Bruzzone ad Affari: "Uomo narcisista inadeguato come Turetta"

Continuano le indagini attorno al femminicidio di Sara Buratin, la 41enne di Bovolenta colpita da numerose coltellate alla parte alta del corpo, non al volto, e ritrovata nel cortile dell'abitazione della madre. Ancora irreperibile, infatti, risulta essere il marito della donna, il 39enne Alberto Pittarello, operaio in uno stabilimento della zona. Questo anche se l’ipotesi più probabile che si sta facendo strada sin da ieri è anche quella più drammatica, ossia che l’uomo avrebbe tolto la vita all’ex compagna, con cui secondo dei vicini aveva delle discussioni, per poi fuggire con il suo furgone fino- forse – a togliersi la vita.

LEGGI ANCHE: Giulia Tramontano, Bruzzone: "Ecco come smascherare il narcisista maligno"

LEGGI ANCHE: Omicidio a Padova, donna di 41 anni uccisa a coltellate. Si cerca il marito

Si tratta di ipotesi, chiaramente, anche se nelle ultime ore i Vigili del Fuoco hanno reso noto di aver trovato nelle acque del Bacchiglione in piena il furgone proprio di Pittarello. Una dinamica che, sfortunatamente, richiama per molti aspetti un altro femminicidio, quello di Giulia Cecchettin per mano di Filippo Turetta: ad “accomunarli” l’arma del delitto, un coltello, il luogo dell’omicidio in prossimità dell’abitazione della famiglia di origine, la fuga a bordo del proprio veicolo. Aspetti evidenziati proprio dall'ex legale del ragazzo, Emanuele Compagno.

Ma l’elemento che più avvicina i due casi sembra essere la personalità del killer. A confermarlo, su Affaritaliani.it, la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone.

"In entrambi i casi si tratta di soggetti profondamente inadeguati dal punto di vista relazionale, un'inadeguatezza che non necessariamente è evidente fuori dall’ambito più intimo. Si può trattare di persone con buon livello di efficienza adattitiva, che funzionano a livello sociale tranne che nell’area delle relazioni più intime, dove manifestano aspetti irrisolti legati al possesso dell’altro e a una ferita narcisistica. Si tratta di persone che percepiscono una lesione alla mascolinità nell'esser stati lasciati, si percepiscono inadeguati, sono terrorizzati dalla possibilità che gli altri li credano incapaci di tenere a freno, di dominare la propria donna" ha spiegato Bruzzone. "Questo è l’elemento che accomuna tutti i soggetti. Si tratta di scenari di immaturità profonda, di profondo egoismo che in realtà manifestano questo tipo di possesso asfittico nei confronti della partner con tante modalità, a volte anche subdola, ad esempio nel cercare di entrare in tutti i gangli vitali della vittima, non lasciandole alcuno spazio di autonomia".

In definitiva, ha concluso Bruzzone, "si tratta di storie di uomini profondamente immaturi, prevaricanti, subdoli, che non accettano la fine della relazione perché la ritengono una lesione narcisistica alla loro virilità".