Donna stuprata a Roma: "Con un braccio mi ha stretta a sé e portata nel sottopasso. Gridavo, ma nessuno si è fermato"

La 42enne è stata aggredita e abusata da un marocchino in un sottopassaggio: "L’inferno: tutto buio. Per un'ora nelle sue mani, ero immobile, incapace di fare qualsiasi cosa"

di redazione cronache
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Donna stuprata a Roma: "Ha abusato di me senza che io riuscissi a reagire. Un incubo"

Una donna di 42 anni di Roma, nella notte tra domenica e lunedì, è stata aggredita e abusata da un uomo senza fissa dimora di origini marocchine nel sottopassaggio di piazza della Croce Rossa, non lontano da Porta Pia. Ora lui, 39 anni e diversi precedenti penali, è in carcere e la donna abusata sfoga tutta la sua rabbia: "Sono sollevata nel sapere che è in carcere - dice la vittima a Il Messaggero - perché nessun’altra deve subire l’atrocità che ho vissuto: un'ora al buio, nell'inferno del mio aguzzino". La donna, che ha dolori ovunque, racconta i drammatici dettagli di quella notte. "Dopo aver trascorso una serata con le amiche, stavo andando a piedi alla Stazione Termini per prendere il bus che mi avrebbe riportata a casa quando ho sentito una persona bloccarmi da dietro. Con un braccio mi ha stretta a sé e mi ha portata nel sottopasso".

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"Ero a terra - prosegue la vittima a Il Messaggero - e sentivo che sotto di me c’erano alcune coperte e dei piumini. Era tutto nero. Poco dopo però lui ha acceso la torcia del cellulare e in quel momento ho visto cumuli di immondizia e oggetti abbandonati ovunque. Forse l’aveva accesa per vedermi meglio, non lo so. È stato tutto così traumatico che non so dire nemmeno quanto tempo abbia trascorso in quel posto terribile. Circa un’ora credo, che però è sembrata un’eternità. Ha abusato di me senza che io riuscissi a reagire. Ero immobile, incapace di fare qualsiasi cosa. Mi sentivo impotente e temevo che se avessi reagito lui avrebbe potuto farmi del male".

"Gridavo con tutta la voce che avevo, ma non mi sentiva nessuno perché - continua la donna abusata - il sottopassaggio è abbandonato. La cosa che infatti mi fa molto arrabbiare è che quel posto lì, come molti altri sottopassi di Roma, è inutile e pericoloso. Sono sconvolta. Ho paura a uscire anche di giorno. Adesso ho solo bisogno di stare a casa con i miei genitori e mio fratello più piccolo. Voglio solo trascorrere le mie giornate con loro, cercare di rimettermi anche fisicamente e soprattutto dimenticare questa orribile storia. Pensare a quei momenti mi fa male: è come riviverli di nuovo".