Donna uccisa a Bologna, autopsia: emorragia dopo lo sfondamento del cranio

Omicidio Matteuzzi, Gip: Padovani è animato "da un chiaro intento vendicativo"

Alessandra Matteuzzi 
Cronache
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Donna uccisa a Bologna, autopsia: emorragia dopo lo sfondamento del cranio

Lesioni al torace e molteplici colpi al cranio. E' quanto emerge dall'autopsia sul corpo di Alessandra Matteuzzi, la 56enne ammazzata martedi' sera a Bologna e per il cui delitto si trova in carcere l'ex fidanzato Giovanni Padovani. Secondo la perizia eseguita dal medico legale Guido Pelletti il decesso e' da ricondursi a un'emorragia dopo lo sfondamento del cranio. La donna, dopo essere stata aggredita nel cortile condominiale, e' stata trasportata in ospedale dove e' morta poche ore dopo.

Omicidio Matteuzzi, L'indagato – spiega il gip - è "animato da un irrefrenabile delirio di gelosia"

Contro Giovanni Padovani, accusato dell'omicidio aggravato da stalking dell'ex compagna Alessandra Matteuzzi, ci sono "gravi indizi di colpevolezza" e deve restare in carcere per "neutralizzare l'elevatissimo rischio di recidiva". Lo scrive il gip di Bologna, Andrea Salvatore Romito, nell'ordinanza con cui ha convalidato l'arresto e il carcere per l'ex della vittima. Il gip, a dimostrazione di ciò, elenca "gli atti persecutori, la accentuata invasività dei contegni adottati, volti a neutralizzare qualsivoglia forma di relazione della Matteuzzi con soggetti al Padovani non graditi e a monitorarne, con diritto di veto, movimenti e rapporti personali, finanche all'interno della propria abitazione; la reiterazione della medesima dinamica pur a fronte di ripetuti, ma inefficaci, tentativi della donna di interrompere la relazione".

Per il giudice, Padovani è animato "da un chiaro intento vendicativo”. L'uomo ha, infatti dichiarato: “Visto che non avevo ricevuto ancora risposta, mi sono sentito nuovamente usato e manipolato, quindi decidevo di andare di nuovo a Bologna per chiarire, perché non capivo il suo comportamento dopo che il giorno prima eravamo stati benissimo insieme". L'indagato – spiega il gip - è "animato da un irrefrenabile delirio di gelosia e incapace sia di accettare con serenità il verificarsi di eventi avversi, ma pur sempre rientranti nelle ordinarie dinamiche relazionali (la cessazione di un rapporto, per di più caratterizzato da incontri sporadici), sia di attivare l'ordinario sistema di freni inibitori delle proprie pulsioni aggressive". Elementi che indicano una "eccezionale pericolosità e assoluta incontrollabilità o prevedibilità delle azioni e non consentono di riporre alcuna fiducia sulla spontanea adesione da parte del prevenuto a prescrizioni".

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