E’ morta Franca Decandia. Una vita spesa per le vittime dell’usura
Una vita dedicata a combattere gli strozzini. Ci ha lasciati Franca Decandia. Senza mai chiedere nulla aiutava le vittime di mafia, usura e racket
E' morta Franca Decandia, vittima di usura e di stupro, una vita dedicata ai più deboli, vittime di usurai e mafie
Non è più tra noi una grande combattente, Franca Decandia, una persona generosa e innamorata della giustizia in un mondo di lupi. Era malata e soffriva da tempo ma fino all’ultimo non ha smesso di stare dalla parte dei più deboli, di chi subiva un’ingiustizia. Senza secondi fini, una persona sincera e dilaniata dalla violenza subita.
Non è retorica, Franca Decandia aveva trasformato le sevizie e l’orrore subito negli anni ‘90 e che l’avevano segnata per sempre, era stata vittima di usura, brutalizzata e violentata dagli sgherri dei sui aguzzini, in un’associazione nazionale per le vittime dell’usura, l’Anvu. Orgogliosamente sarda aveva cinque negozi di abbigliamento in Umbria, ma perso tutto, sola e senza protezioni, in un periodo in cui senza neanche una legge per le vittime la gente aveva come unica via d’uscita ammazzarsi, era diventata paladina di chi non ha niente. Grazie a lei e alle sue proteste andò in porto in Italia una legge per difendere le vittime degli usurai.
Tanti scioperi della fame, manifestazioni, battaglie su battaglie, a volte vinte altre perse, ma potevi essere sicuro che Franca era con te, in prima linea con la sua forza. Faceva tutto senza mai chiedere un soldo.
Nel 1996 le europarlamentari italiane la premiarono come “Eurodonna 1996 per il coraggio”. Nel 1998 ricevette la medaglia d'argento del Premio internazionale Antiusura, solo Papa Giovanni Paolo II ebbe quella d’oro per quanto detto contro la mafia ad Agrigento.
Ancora oggi aveva denunciato l’incapacità della politica di difendere chi è vittima di usura e delle mafie.
Nel vuoto delle istituzioni e dei media aveva anche raccontato e mostrato come in Italia l’associazionismo antimafia che conta, così come quello antiracket e dell’usura è in mano a gruppi che fanno altro, i presidenti si dividono stipendi da favola, le associazioni si trasformano in macchine di potere, milionarie e che legandosi alla politica poi si spartiscono fiumi di denaro. Le vittime restano sole, bersagli di altri approfittatori che costruiscono un business sulle loro disgrazie e sulla burocrazia delirante in cui sono costrette a vivere. Ma fino a ieri c’era Franca che aveva una parola di speranza e di battaglia per tutti.
“Una foto che ricorda le mie lotte nell'antimafia, il mio non aver paura del potere, il mio dire anche a Ministri, sottosegretari e altro, ciò che dovevano fare per aiutare chi si ribellava al potere criminale, Camera dei Deputati, Sala della Regina, anniversario Legge Anti Usura da noi voluta e fatta passare,” scriveva a luglio dell’anno scorso su Facebook postando la foto di quanto era stata invitata alla Camera, “c'erano tutti, inoltre quel giorni si premio' la Questura di Catania, per importanti operazioni concluse con decine di arresti, e.... per la prima volta nella storia chiesi un minuto di silenzio per le vittime di usura che purtroppo si erano tolte la vita, negli anni migliaia, prima della Legge soprattutto. É stato bello vedere che tutti hanno partecipato con emozione. Era il 2016, sembra passato un secolo”.
In queste prime ore in cui è iniziata a circolare la notizia sono stati centinaia i post in rete tra riconoscimento e condoglianze alla famiglia.
Non riceverò più le tue incredibili telefonate fiume, sempre simpatica, sempre sincera. Una mitragliatrice di fatti, aneddoti allucinanti, confidenze, tentativi di capire e di arrivare alla verità su un accadimento.
Ci vorrebbero persone come Franca ad ogni angolo di strada per avere un Paese diverso. Mi mancherai. Ci mancherai. Non ti dimenticheremo. Sono sicuro che dove sei adesso qualcuno ha già riconosciuto la grazia e l’integrità della tua anima e sei lì che sorridi. Ciao amica mia