È in carcere da due mesi un ragazzo assolto per ‘vizio di mente’

L'avvocato sta pensando a un ricorso ma i tempi sono lunghi, ogni giorno di carcere per il ragazzo è un danno per la sua salute e la dignità

Cronache
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Un ragazzo assolto per 'vizio di mente' rimane in carcere: non c'è posto per lui in nessuna Rems

Il giudice lo assolveper vizio totale di mente” e dispone che venga mandato in una Rems, una residenza sanitaria dove vengono curati gli autori di reato incapaci di intendere e di volere, ma l'amministrazione penitenziaria ha fatto sapere che per lui non c'è posto.

Il protagonista della vicenda è un ragazzo di 22 anni, è un cittadino marocchino si trova in Italia con permesso di soggiorno e, dettaglio che suona ancor più beffardo in questa vicenda, risiede coi genitori e il fratello a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, dove si trova l’unica Rems lombarda.

Il giovane, si chiama O.D.B. e la sua legale, Federica Liparoti racconta: “Sorride sempre e ha delle visioni, dice di essere controllato dagli aeroplani e di poter guarire il Covid coi suoi poteri”. In Italia, in questo tipo di strutture, per lui non c'è posto.

I fatti, O.D.B., nel gennaio scorso, ha sfilato il portafoglio a una donna di 78 anni e il giudice delle direttissime per questo convalida l’arresto imponendogli l’obbligo di presentazione alle forze dell'ordine. Tre giorni dopo, il ragazzo commette un altro scippo e la situazione si aggrava. L’avvocato che lo difende ha chiesto l’abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica, che sancisce la “totale incapacità di intendere e di volere al momento del fatto”.

Poi, il 29 aprile il giudice di Brescia, Luigi Andrea Patroni Griffi dispone la Rems al posto del carcere di Pavia, una misura di sicurezza della durata di due anni. O.D.B. è pericoloso, non mostra “alcun sentimento di sincero pentimento né tantomeno di colpa per l’accaduto, vissuto con freddezza e distacco anaffettivo”, si legge nella perizia. Se rimesso in libertà, “non seguirebbe le cure”. Manifesta “una totale dispercezione della realtà e assenza di consapevolezza della malattia e dell’esigenza di essere curato”. Lo stesso magistrato lo assolve il 9 maggio.

Il 7 giugno, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) risponde così all’istanza dell'avvocata: “Tutte le strutture del territorio nazionale hanno dichiarato l’indisponibilità”. “Continua a stare nel carcere di Pavia, dove per fortuna è seguito da uno psichiatra competente. Ma resta una situazione inaccettabile”, commenta Liparoti.

O.D.B. è come un bambino. A nominarmi come avvocato è stato il fratello, lui non è in grado di capire. Se dovesse uscire, potrebbe aggredire delle persone. Ha bisogno di cure. L’Italia è già stata condannata per un caso simile dalla Cedu a risarcire un detenuto assolto che avrebbe dovuto stare in una Rems. Sto pensando anche io a un ricorso ma i tempi sono lunghi. E ogni giorno in carcere per il ragazzo è senza ragione e un danno per la sua salute e dignità”, conclude l'avvocato.