Eco-ansia, sempre più diffusa tra i giovani. Un altro lato del climate change

Eco ansia, dalla gen Z sfiducia verso il proprio governo e timore cronico per il futuro a causa del clima

di Elisa Scrofani
 BERLINO, GERMANIA 24 settembre 2021 Marcia attraverso il distretto governativo della capitale per la protezione del clima Fridays for Future (ipa)
Cronache
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Eco-ansia, un "disturbo" che si rafforza tra millenials e gen Z. Il timore cronico per il futuro che interessa sensibilmente i ragazzi a causa della crisi climatica

Con eco-ansia si intende uno stato di apprensione (che può sfociare nella depressione) per l’ambiente, la distruzione degli habitat naturali, e per la galassia di problematiche ecologiche e catastrofi connesse all’azione dell’uomo o alle sue attività (malattie legate all’inquinamento, estinzione di specie, fenomeni atmosferici violenti...).

Il timore cronico per l'ambiente negli ultimi anni è diventato più frequente, complice l’eco mediatica dei disastri recenti, ma attualmente non è riconosciuto come una patologia. Nel 2017 l’American Psychological Association descrive con questo termine una fonte di stress originata dall’osservare “gli impatti lenti e apparentemente irrevocabili del cambiamento climatico” e dalla conseguente preoccupazione “per il proprio futuro, quello dei bambini e quello delle generazioni future”. Si provano “smarrimento, frustrazione, rabbia, nel sentirsi incapaci di poter fare la differenza per fermare il cambiamento climatico” o evitare un disastro imminente.

Ritenuta “una risposta razionale”, per le reali minacce che un rapido cambiamento climatico implica, l’intensità del sentiment può variare in base alla parte del globo che si abita. “Noi abitanti dei paesi africani proviamo l’eco-ansia in modo diverso. Il cambiamento climatico per noi ha a che fare con gli impatti che già vediamo adesso e con la possibilità che la situazione peggiori”, racconta l’attivista climatica del Kenya, Elizabeth Wathuti (Fridays for Future).

La solastalgia nell’antropocene

Il termine precorritore solastalgia viene coniato nel 2003 dal filosofo australiano Glenn Albrecht. Per lo studioso si intende una “nostalgia di casa che si prova mentre si è a casa”, ossia una sorta di angoscia per un luogo in cui si vive in seguito a “mutamenti improvvisi (negativi) e fuori controllo” dello stesso, caratteristica dell'antropocene. Secondo Albrecht questi stati d’animo si confanno a quelli provati da persone che vengono deportate dalla propria terra (Lifegate), anche se la "patologia del luogo” non si limita ai nativi. 

Generazioni eco-ansiose


ATENE, GRECIA 24 settembre 2021 Gli attivisti per il cambiamento climatico prendono parte agli eventi Fridays for Future (ipa)

Da uno studio internazionale risulta che il 45% dei giovani, dai 16 ai 25 anni, dichiara preoccupazioni sul futuro a causa della crisi ambientale. Per una percentuale (4 su 10) il cambiamento climatico ha un peso sulla scelta di avere figli. Soffre l’eco-ansia, più dei millennials, la generazione zeta (gen Z, nati tra il 1995 e il 2010) che è quella che vede maggiormente in pericolo il proprio futuro. Molti giovani, tra i 10 e i 30 anni, manifestano rabbia e sfiducia verso il proprio governo. Mancano degli interventi limitativi da parte della politica nei confronti dei principali modelli di business mondiali, che ridurrebbero di fatto gli effetti del cambiamento climatico, imponendo l’agognato cambio di passo, rivendicato da Fridays for Future (da New York ad Atene, passando per Milano), di un mercato che rischia di essere letale al nostro pianeta. 

MILANO, 24 settembre 2021 Ragazzi e studenti alla manifestazione Fridays For Future (ipa)
 

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