Eitan rapito, nonno indagato per sequestro: "Tornare in Israele è sua volontà"
Strage Mottarone, Eitan è in Israele per sua volontà, secondo la nonna del bambino, ma per la Procura di Milano è sottrazione di minore
Il nonno materno di Eitan è indagato per sequestro di persona aggravato dalla Procura di Pavia. L'aggravante è riferita alla minore età del bimbo.
Svolta 'annunciata' nell'inchiesta sul sequestro di Eitan condotta dal procuratore di Pavia Mario Venditti. Il nonno materno del piccolo, Shmuel Peleg, 58 anni, e' accusato di sequestro aggravato di persona. L'11 agosto scorso il giudice tutelare di Pavia aveva emanato un decreto con cui vietava l'espatrio a Eitan salvo che in presenza o con l'autorizzazione della sua tutrice, la zia Aya. Il decreto era stato trasmesso alla Prefettura e alla Questura di Pavia con l'ordine di diramarlo a tutti i punti di frontiera e di inserirlo nelle banche dati delle forze di polizia che controllano le frontiere.
"Ora la battaglia legale per il piccolo Eitan si sposta in Israele e la decisione del giudice israeliano non è scontata". E' la convinzione di Ciro Cascone, capo della procura per i minorenni di Milano, secondo il quale "è evidente che siamo di fronte a una sottrazione internazionale di minore" e in questo caso "la Convenzione dell'Aja, a cui anche Israele ha aderito, parla chiaro. Quel che mi auguro è che il giudice israeliano la applichi rigorosamente, come facciamo in Italia. Non come a volte purtroppo accade in altri Paesi, in maniera domestica".
Cascone spiega che la Convenzione dell'Aja prevede che "si faccia un ricorso al giudice del luogo dove è stato portato il bambino. Dopo aver accertato che vi è stata una sottrazione illecita (semplicemente perché Eitan risiedeva qui e chi lo ha portato via non aveva la sua custodia), il giudice dello "Stato rifugio", come si dice in gergo, dovrà ordinare il rimpatrio nel Paese di residenza. Le successive decisioni sul piccolo saranno prese dal giudice italiano".
Ma non tutti gli Stati applicano queste regole alla lettera, tant'è che "purtroppo è capitato, spero e credo che non succederà in questo caso, che alcuni Paesi favoriscano i loro cittadini. E' successo per esempio con alcuni Paesi dell'Est Europa e qualche volta con gli Usa", sottolinea il magistrato, che sui tempi della procedura prevede che "ci vorrà qualche mese" perché "innanzitutto deve intervenire l'autorità centrale, quindi il ministero della Giustizia italiano deve scrivere all'omologo israeliano" quindi "dal momento in cui la vicenda arriva davanti al giudice israeliano, quest'ultimo ha trenta giorni per decidere".
"Ovviamente - conclude Cascone - tutto dipende anche dalla velocità del canale diplomatico perche', è inutile girarci intorno, questa è una vicenda che assume dei contorni diplomatici molto importanti".
"Eitan rapito? No, voleva tornare in Israele"
Eitan "voleva tornare in Israele", lo aveva sempre desiderato, dalla tragedia della funivia del Mottarone nella quale persero la vita i genitori, i nonni e il fratellino. Così Etti, la nonna materna del bambino di 5 anni unico sopravvissuto, intervistata dalla radio israeliana 103Fm ha negato che il piccolo sia stato rapito. "Il bambino voleva tornare in Israele da sempre - ha detto.
Finalmente, dopo quattro mesi, i medici lo vedranno''. Secondo Etti, gli zii che vivono a Travacò Siccomario, in provincia di Pavia, ''hanno proibito a me e a mio marito di incontrare i suoi medici e terapisti". Eitan verrà quindi sottoposto a numerosi test e terapie allo Sheba Medical Center. "E' nato e cresciuto a casa mia - ha continuato la donna -. E' il nostro primo nipote, un bambino molto dolce e amorevole. Un bambino meraviglioso e intelligente. Durante il periodo del Covid è stato qui per sei mesi o anche di più".
"Siamo stanchi di attacchi ingiustificati e vogliamo rimettere ordine in una situazione in cui non esiste nessuno nonno maltrattante: è una vicenda di 20 anni fa e la stessa nonna ha ridimensionato l'accaduto. Esiste solo un nonno stupendo e una famiglia stupenda a cui sono stati negati 'rapporti significativi', come richiesto dal giudice". Così a LaPresse l'avvocatessa Sara Carsaniga, una dei legali di Shmuel Peleg, il nonno del piccolo Eitan, precisando che il suo assistito "è una persona splendida, non so cosa gli sia saltato in mente. Ora attendiamo i doverosi accertamenti della magistratura"