Elisabetta Franchi multata: "Ma quale discriminazione. Donne sono 78% assunti"

La stilista Elisabetta Franchi condannata per la frase: "Assumo solo over 40". Si difende: "La mia era una denuncia"

Di Redazione Cronache
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Elisabetta Franchi multata: "Ma quale discriminazione. Le donne sono il 78% degli assunti"

Elisabetta Franchi, 55 anni, bolognese, stilista e imprenditrice di successo, è stata condannata a pagare 5mila euro all'"Associazione nazionale lotta alle discriminazioni" (che la ha querelata) e inoltre dovrà istituire nella sua azienda un corso di politically correct che sarà obbligata lei stessa a seguire, per imparare a non dire mai più che lei assume "solo donne ultraquarantenni". In un'intervista a Il Giornale, la stilista dà la sua versione.

Signora Franchi, ma lei cosa ha detto di così grave da prendersi una querela per discriminazione verso le giovani donne?

Ma guardi, io in quelle parole non mi rivedo, quella frase non mi rappresenta, con il significato che mi è stato attribuito. Io parlavo della classe dirigenziale. Delle persone ai vertici. Non parlavo degli operai né degli impiegati. E dicevo che i dirigenti comunque arrivano a certi livelli solo a una certa età. Ed è la pura verità. Non è che esci dall'università e diventi dirigente. C'è un percorso, richiede qualche anno.

D'accordo però l'hanno accusata anche di discriminazione verso le donne.

Allora, guardi che io ho una azienda con 300 dipendenti. Il 78 per cento dei miei dipendenti sono donne. Ho cinque dirigenti donne. Tra gli operai c'è un 51 per cento di donne, tra gli impiegati l'80 per cento. Mi sa dire dov'è la discriminazione?.

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Forse sono tutte donne over 50?

Ma no. Per carità. Il 51 per cento di queste donne sono sotto i 40 anni. Io semplicemente ho detto che per le donne spesso c'è quel famoso tetto di cristallo che tutti sappiamo. La mia è stata una denuncia. È inutile che facciamo finta che non sia così. Tante ragazze restano a casa perché hanno un bambino, e perché non si trova l'asilo nido, oppure costa troppo, e per tante altre ragioni. Si fermano lì. Preferiscono rinunciare al lavoro. Eccolo il tetto di cristallo che facciamo finta di non vedere. Io questo ho raccontato.

Cioè la sua frase era una denuncia?

Sì, denunciavo il fatto che le donne spesso devono scegliere tra la vita privata e la carriera. Tra l'altro in quella dichiarazione per la quale sono finita sotto processo dissi: io sono donna e ho un'impresa soprattutto di donne. Quello che dico non riguarda la mia azienda: vi dico come ragionano gli imprenditori. E vi segnalo i problemi che ci sono sul lavoro.

Ma c'è il problema della maternità e del conflitto tra maternità e carriera?

Certo che c'è. È un dato di fatto.

Lei non ha niente contro le donne che lavorano?

Assolutamente niente. Io le donne le ho sempre sostenute. Io sono una donna che si è costruita da sola. Io sono una madre. Ho una figlia che non voglio che subisca nessuna discriminazione.

Come si lavora nella sua azienda?

Nella mia azienda si lavora bene. E sono stimata dai lavoratori. Abbiamo un welfare aziendale. Abbiamo sportelli di ascolto per i dipendenti, abbiamo la possibilità di prendere il Tfr in anticipo...

Da imprenditrice: cosa sarebbe necessario fare per superare il tetto di cristallo?

È una cosa molto complicata. Anche le famiglie sono cambiate e questo complica. Una volta, spesso, erano i nonni, pensionati, che si occupavano dei bambini e liberavano le madri. Ora è più difficile questa soluzione. Occorrerebbero più asili, più aiuto alle madri, più assistenza.

In che consiste la sentenza che l'ha condannata?

Tra le altre cose devo pubblicare come da prassi obbligatoriamente un articoletto su un quotidiano nel quale credo devo scrivere un pezzo della sentenza, fare mea culpa. Devo dare 5000 euro ai querelanti e organizzare dei corsi per i dipendenti. Che già faccio da tempo.

Qualcuno l'ha difesa?

Ho letto dei commenti sui social in mia difesa. Dicono: ma voi discriminate questa imprenditrice perché assume delle persone sopra i 40 anni? Ma allora il governo che scrive decreti per aiutare l'occupazione giovanile cosa fa, discrimina i vecchi?