Ecco i Comuni “fortunati” candidati ad accogliere le scorie nucleari. La mappa

L’elenco dei Comuni italiani candidati ad accogliere le scorie nucleari. In Piemonte, Lazio, Sicilia, Sardegna, Basilicata e Puglia

di Antonio Amorosi
Cronache

Sfida nucleare per i Comuni: accogliere le scorie tra rischio e dovere

Anche se non sono candidati, gli amministratori possono proporre il proprio Comune come sito utile per accogliere il nucleare, “al fine di verificarne l’eventuale idoneità”, scrive il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica. Vediamo chi si fa avanti. 

Intanto nel 2021 Sogin, la società dello Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti dalle attività industriali, ha pubblicato un primo lavoro dove indicava 67 aree potenzialmente idonee. Le aree sono state scelte basandosi su 28 criteri di sicurezza fissati dall'Isin, l'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare. L’Ispettorato assorbe tutte le funzioni in materia di sicurezza nucleare e di radioprotezione già attribuite in passato dalla legislazione nazionale al CNEN, all’ENEA DISP, all’ANPA, all’APAT e, infine, al Dipartimento nucleare, rischio tecnologico e industriale, al Centro Nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, nonché all’Area Fisica del Centro Nazionale per la rete nazionale dei laboratori per le attività in materia di radioattività dell’ISPRA.

Fra i criteri si sono la lontananza da zone vulcaniche, sismiche, di faglia e a rischio dissesto, e da insediamenti civili, industriali e militari.

La principale preoccupazione delle popolazioni riguardano di solito anche la sicurezza dei depositi nucleari, in particolare il rischio di contaminazione ambientale e di incidenti. Questi rischi sono legati sia al trasporto dei rifiuti radioattivi verso i depositi, sia alla loro lunga permanenza in loco.

Dall’elenco sono escluse le aree naturali protette, quelle oltre i 700 metri sul livello del mare, a meno di 5 km dalla costa, con presenza di miniere e pozzi di petrolio o gas, di interesse agricolo, archeologico e storico. E' richiesta infine la disponibilità di infrastrutture di trasporto. Su questa prima lista di 67 siti, è stata aperta una consultazione pubblica con gli enti locali e i cittadini interessati. Al termine di questa, Sogin ha stilato la lista finale dei 51 siti idonei.

Entro 30 giorni dalla pubblicazione della Carta, possono essere presentate le candidature a ospitare il deposito da parte di enti territoriali e strutture militari.

I 51 siti sono raggruppati in 5 zone ben precise, su 6 regioni.

In PIEMONTE (5 siti) la zona considerata è in provincia di Alessandria, nei comuni di Bosco Marengo, Novi Ligure, Alessandria, Oviglio, Quargnento, Castelnuovo Bormida, Sezzadio, Fubine Monferrato.

Nel LAZIO (21 siti) avviene tutti nel viterbese, nei comuni di Montalto di Castro, Canino, Cellere, Ischia di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Corchiano, Gallese, Tarquinia, Tuscania, Arlena di Castro, Piansano, Tessennano.

In SARDEGNA (8 siti)  le collocazioni sono tra Oristano e alcuni nel sud della Sardegna, a Albagiara, Assolo, Usellus, Mandas, Siurgius Donigala, Segariu, Villamar, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna, Nurri, Ortacesus, Guasila.

In PUGLIA e BASILICATA (15 siti) ci muoviamo fra la provincia di Matera (Montalbano Jonico, Matera, Bernalda, Montescaglioso, Irsina) e i comuni di Altamura, Laterza e Gravina, con una appendice nel Potentino, a Genzano di Lucania.

In SICILIA (2 aree) tra Calatafimi, Segesta e Trapani.

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